Cronaca / Como cintura
Sabato 19 Settembre 2009
In Nepal per testare
una bici senza sella
Mauro Vanoli, 35enne residente a Maslianico, più conosciuto come selvatico, un esploratore a due ruote che ogni anno sposta un po’ più in là il limite dei suoi raid. Ripartirà il 28 per Kathmandù. Si è accordato con una azienda tedesca per visionare percorsi e location in vista di un viaggio ben più impegnativo, in febbraio, ai piedi dell’Annapurna
Meta abituale il Nepal, teatro della scorsa impresa (2008) con una Graziella nascosta nello zaino ; una ripicca sul tentativo 2006 fallito, una storia particolare e divertente e che a breve sarà un libro, grazie ad un editore entusiasta e sotto la spinta di coloro che in diretta avevano seguito l’avventura stessa dal blog).
A chi gli domanda circa questo 2009 “a riposo”, risponde raccontando di un giro del mondo in coppia (con la fidanzata, un tandem e molto altro) assolutamente particolare e per il quale ha lavorato alacremente dalla metà dell’anno passato. Un progetto che a pochi mesi dal via è naufragato assieme alla sua storia d’amore. «Si vede che le imprese mi vengono bene in solitaria» dice sorridendo.
E sottolinea che ha aiutato Ester (ragazza pugliese di stanza a Torino che a Como ha abitato mentre studiava restauro) nell’organizzare il suo “Pedalarte”, un viaggio in bicicletta da nord a sud attraverso l’Italia ed i suoi principali monumenti, ideando per lei il nome, il blog, dandole consigli sulle scelte del mezzo, qualche contatto e fornendole del materiale (pedalarte09.blogspot.com). C’è dell’altro: si sa che gli esploratori non riescono a rimanere fermi e così Mauro ha già sviluppato una nuova avventura mondiale, a tappe, con l’intento di promuovere i temi dell’ecologia e della mobilità sostenibile. Un calendario che sta prendendo forma e una prima tappa già fissata per la primavera, che lo porterà “lentamente” tra le campagne della Cina da Shangai a Pechino. Utilizzerà una bicicletta "locale" fornita da un azienda locale, la stessa che costruendo biciclette ha messo in sella l’intero Paese contribuendo sensibilmente alla crescita economica. Bisogna scordarsi del leggero carbonio o dei copertoncino super performanti cui siamo abituati qui in Italia. Per Mauro ci saranno freni a bacchetta, ruote da 28" e 22 kg di ferro puro, insomma il tipico mezzo di trasporto con cui i lavoratori cinesi si recavano (e si recano tutt’oggi) dalle campagne alle città-produttive, ogni giorno.
Una prima tappa di un progetto che di volta in volta ci farà conoscere biciclette particolari, divertenti, innovative o semplicemente caratteristiche del luogo. Sarà India con un risciò, Giappone con una bici hi-tech e via discorrendo. (Mauro non si sbottona, per scaramanzia e per non anticipare troppo). Un progetto che terminerà nel 2011 e per il quale pare interessato uno sponsor che fa dell’ ecologia un proprio credo/vanto. «Sponsor, la nota dolente, specie in questi periodi di “magra”» ci confessa Mauro, gli stessi che alimentano i suoi viaggi, quello che di fatto è diventata una professione. Però chi sogna, non riesce a stare con i piedi per terra e neanche fermi.
Andrea Sabbadin
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