Casse scolastiche vuote, tocca alle famiglie riempirle. Accade in due scuole superiori, gli Itis “Magistri Cumacini” e il “Caio Plinio” che, quest’anno, hanno aumentato il cosiddetto “contributo volontario”: una somma di denaro versata dai genitori degli alunni per le attività didattiche che, col passare del tempo, sta perdendo l’iniziale connotazione volontaria per diventare un obbligo. Tant’è che molti presidi lo chiamano ormai “tassa scolastica” che, senza una valida giustificazione, deve essere corrisposta da tutti senza distinzioni. Una tassa che, generalmente, è più alta negli ultimi tre anni, in cui non c’è più la scuola dell’obbligo, e negli istituti professionali che devono pagare alte spese di gestione dei laboratori: che, negli ultimi anni, è andata continuamente ad aumentare in corrispondenza del maggior accumulo di credito degli istituti nei confronti dello Stato. Un "prelievo" che, a seconda dell'istituto, passa da 30 a 150 euro.
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