
Alpinista di Valbrona
scampato alla morte
Il compagno di cordata muore sulle Dolomiti, lui, 24 anni, si è salvato

VALBRONA
Ha visto l’amico precipitare nel vuoto. Senza poter far nulla. E forse una corda tagliata da uno spuntone potrebbe avergli salvato la vita.
Quella vissuta Bruno Grecò, 24 anni di Valbrona, paracadutista militare, figlio di un dipendente comunale proprio di Valbrona, è stata una tragedia che non potrà mai dimenticare. L’altro giorno, assieme all’amico Silvio Baglioni, 47 anni, originario di San Secondo Parmense ma residente a Livorno, stava scalando il Sassolungo, in val Gardena.
L’obiettivo della coppia era fissato sulla Punta Cinque Dita a 2.996 metri di altezza.
Ma a una quota ben più in basso, a 1700 metri di altezza, la scalata dei due amici si è interrotta in maniera tragica.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, Silvio Baglioni avrebbe perso un appiglio, precipitando nel vuoto. L’alpinista toscano, che era in cordata con Bruno Grecò, è precipitato per 200 metri.
Per assurdo, il vertiquattrenne erbese deve la propria vita al fatto che la corda che lo legava al compagno si sia spezzata. È probabile che una roccia particolarmente tagliente abbia rotto la corda, evitando che il giovane fosse trascinato nel vuoto.
Sul posto sono quindi arrivati gli uomini del soccorso alpino, con l’elisoccorso dell’Aiut Alpin Dolomites che, purtroppo, non hanno potuto fare altro che accertare la morte del livornese recuperandone il corpo con il verricello. Quindi sono arrivati anche gli uomini del soccorso alpino gardenese: il ventiquattrenne di Valbrona se l’è cavata solo con qualche graffio. Ma difficilmente potrà dimenticare questa terribile giornata. I carabinieri hanno poi effettuato i rilievi di legge.
Silvio Baglioni era un istruttore del Nono Reggimento paracadutisti “Col Moschin”: militare in carriera, era stato insignito di un riconoscimento ufficiale da parte della Presidenza della Repubblica. Pare che anche il giovane di Valbrona fosse un militare in carriera, molto probabilmente dello stesso Reggimento di Baglioni, dove i due si sarebbero conosciuti, condividendo la passione per la montagna.
Una passione che li ha portati sul Sassolungo ad affrontare quella arrampicata, che purtroppo è finita con la tragedia.
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