Ambulanza alla via sbagliata
«Voglio la verità su mio figlio»

Paziente morto dopo che la centrale di Varese sbaglia l’indirizzo, inchiesta della Procura sul 112

Il padre della vittima: «Io e mia moglie siamo distrutti». Gaffuri, Pd: «Riferiscano in Regione»

Como

«Da dove chiama?», chiede l’operatrice del 112, quattro anni di esperienza alle spalle, non una pivellina. Risposta: «Via Castel Carnasino, Como».

Chissà come - dall’altra parte dell’apparecchio la voce del signor Diego Albonico è chiara - “Carnasino”, nella testa dell’operatrice, diventa via “Masino”, che a Como non esiste. A fare il resto ci pensa il computer: quando la dipendente dell’Areu digita “Mas” il terminale offre tra le possibilità via Massenzio Masia. Lei ripete quasi mormorando: via Masia, ma evidentemente il signor Albonico non sente. E l’ambulanza parte per la zona stadio e non per Monte Olimpino. Risultato: quando i soccorritori arriveranno, 45 minuti dopo, Diego Albonico è già morto.

La Procura di Como ha aperto un’inchiesta sul tragico errore commesso alla centrale unica del 112 di Varese. L’ipotesi di reato - al momento a carico di ignoti - è di omicidio colposo. Il pm - Ersilio Capone - domani affiderà all’anatomo patologo del Valduce - Giancarlo Butti - l’incarico di effettuare l’autopsia.

Obiettivo della magistratura è comprendere se la morte del 59enne rappresentante di commercio di Capiago Intimiano, con casa a Monte Olimpino, poteva essere evitata se l’ambulanza non fosse stata inviata all’indirizzo sbagliato.

Arnaldo Albonico dice: «Qualcosa non ha funzionato. Io e mia moglie vogliamo sapere cosa è successo veramente»

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