Non bastavano gli skaters. Sul monumento ai Caduti sono arrivati anche i bikers che salgono,
sgommano e tentano di scendere dai gradini.
I protagonisti sono giovani e giovanissimi, come la maggior parte dei frequentatori del monumento di Sant’Elia dediti a stravaganti attività parasportive. Si muovono in gruppetti di quattro o cinque e di solito arrivano di pomeriggio, dopo la scuola. Il monumento non sembra aver subito danni diretti dovuti alle rotelle degli skate o alle gomme delle biciclette, se non qualche strisciata nera sul basamento in cima alla gradinata nel caso delle mountain bike che probabilmente verrà via con la prima pioggia.
Il fatto è che il monumento‘ non è un manufatto qualunque ma un sacrario dedicato ai caduti. E il rispetto è doveroso secondo l’assessore Paolo Frisoni, delegato alla Sicurezza e alla polizia locale, sconsolato per il trattamento riservato per lo più dai giovani al più imponente monumento fronte lago di Como.
«Lì succede di tutto - commenta - è capitato direttamente anche a me di riprendere dei ragazzi in gita. Erano sul monumento che sputavano e bestemmiavano, ho detto loro di andare a leggere perché è stato costruito quel monumento invece di comportarsi in quel modo. Devo dire che in quel caso mi hanno ascoltato e non me l’aspettavo, ma non sempre i ragazzi sono gestibili».
Le pattuglie della polizia passano spesso, così come la polizia locale quando possibile. «Non sono state fatte altre sanzioni dopo quelle contestate al ragazzo con lo skate in via Milano e in via Giovio - spiega Frisoni - Capita però che i vigili richiamino qualcuno. Purtroppo le soluzioni in questi casi sono solo due: una guardia fissa o la buona educazione».
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