Cronaca
Giovedì 24 Ottobre 2019
Annone, il crollo del ponte
Chiesto il processo per cinque indagati
La Procura ha invece chiesto l’archiviazione per il sesto, un dirigente della Provincia di Bergamo
Rinvio a giudizio per cinque dei sei indagati. Stralciata la posizione di Eugenio Ferraris, 61 anni, dirigente del settore Pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo, per il quale è stata chiesta l’archiviazione.
A pochi giorni dal terzo anniversario del crollo del ponte di Annone. Il sostituto procuratore Andrea Figoni, che ha ereditato il fascicolo d’indagine dalla collega Cinzia Citterio, trasferita a Monza, dopo che l’inchiesta era stata originariamente aperta dal pubblico ministero Nicola Preteroti, magistrato di turno quel tragico 28 ottobre di tre anni fa ora in forza alla Procura di Bergamo, e il procuratore capo Antonio Chiappani hanno firmato congiuntamente la richiesta al giudice dell’udienza preliminare, che ora dovrà fissare una data per la discussione. Verosimilmente ci vorranno un paio di mes.
Ai tre indagati originari, iscritti sul registro della Procura nei giorni immediatamente seguenti alla tragedia, e cioè Angelo Valsecchi, ingegnere, 53 anni di Lecco, dirigente del settore Viabilità e Infrastrutture dell’amministrazione provinciale di Lecco, Andrea Sesana, ingegnere, 38 anni di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali sempre della Provincia, e Giovanni Salvatore, ingegnere, 59 anni, capo del centro manutenzioni dell’Anas per la Lombardia, a fine gennaio, con la chiusura delle indagini, si erano aggiunti i nomi di Ferraris e Silvia Garbelli, 59 anni, funzionario tecnico del settore Pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo, nonchè quello dell’ingegner Roberto Torresan, 56 anni, di Busto Arsizio (Varese).
Quest’ultimo è il professionista che, nel 2014, redasse, per conto di Anas, un progetto per la manutenzione del cavalcavia piombato al suolo, uccidendo il civatese Claudio Bertini, 68 anni, ex insegnante di educazione fisica, che stava transitando sulla sottostante statale 36 per tornare a casa da Sesto San Giovanni, dal centro sportivo della Pro Patria di cui era dirigente del settore Tennis.
Le ipotesi di reato per le quali la Procura di Lecco chiede il rinvio a giudizio sono comuni a tutti i cinque indagati indagati: cooperazione colposa in disastro colposo, crollo di costruzioni, omicidio colposo e lesioni.
Dieci le parti offese.
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