Asso, sindaco e segretario condannati
«Non ci voleva il direttore generale»

Dovranno pagare 20mila euro. La Manzeni: «Sono innocente, faccio ricorso»

L’allora sindaco Maria Giulia Manzeni e il segretario comunale Nicolò Cufalo sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire 20mila euro al Comune di Asso.

Si tratta della sentenza sull’assegnazione del ruolo di direttore generale al segretario comunale Cufalo, questione, come scrive la stessa Corte dei Conti, divenuta pubblica grazie agli organi di stampa e in particolare del “La Provincia”.

Solo d’indennità, si legge in sentenza, il segretario è stato destinatario, compresi gli oneri riflessi, di 20.638 euro nel periodo maggio - dicembre 2008 e di 25.798 euro nel periodo gennaio - ottobre 2009, prima della revoca definitiva, per un importo totale di 46.437 euro.

Ma per la Corte dei Conti l’incarico non era giustificato: «Il provvedimento attributivo dell’incarico è generico mentre sarebbe stato invece necessario evidenziare e far conoscere le concrete esigenze che hanno determinato il sindaco di un piccolissimo ente locale ad istituire una figura organizzativa non necessaria per legge ed alla quale non si assegnavano particolari, ulteriori compiti che giustificassero un onere aggiuntivo».

Il direttore non avrebbe poi fatto ciò per cui era pagato: «Non risultando espletati i compiti imprescindibili del ruolo del direttore generale non è possibile, quindi, ritenere leciti e non contrassegnati da grave negligenza i comportamenti censurati dalla Procura regionale».

La Procura, ad aprile 2013, contestava quindi a Cufalo e Manzeni «di avere cagionato, con un comportamento gravemente colposo, un pregiudizio erariale, atteso che l’analisi delle evidenze istruttorie aveva dimostrato l’assoluta irragionevolezza dell’operazione compiuta, la sua inutilità e il mancato espletamento dei compiti propri della funzione attribuita».

L’allora sindaco e oggi vicesindaco, difeso dall’avvocato Mauro Guerra, annuncia ricorso: «Ricorreremo sicuramente perché riteniamo di aver operato correttamente - ha dichiarato ieri - Se io avessi assegnato i compiti dati al direttore generale a dei funzionari avrei speso molto di più. La mia colpa è di aver fatto risparmiare il mio Comune con una scelta allora consentita per legge. C’è addirittura una lettera dell’agenzia dei segretari comunali che spiegava come si poteva assegnare il ruolo. La legge era quantomeno poco chiara, tant’è che diversi sindaci sono stati condannati».

Leggi a parte, si poteva pensare che fosse moralmente illogico pagare tanto una persona: «Io ho operato per far risparmiare soldi al mio Comune».

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