Assolto per gli schiaffi
«Non erano dolorosi»

Assolto il padre del sindaco di Bregnano che quattro anni fa prese a sberle un consigliere di minoranza.

«Il fatto non sussiste». Il tribunale di Como assolve il papà del sindaco di Bregnano, Luigi Francesco Grassi, dall’accusa di percosse al consigliere di minoranza Nazareno Cepparri.

Sono passati ormai quattro anni da quando il padre di Evelina Grassi, alla fine di un consiglio comunale, avrebbe preso a schiaffi il consigliere di opposizione, reo di criticare l’operato della figlia e dell’amministrazione. Ora Grassi padre dice: «Il tribunale di Como, riformando la precedente sentenza del giudice di pace di Cantù, mi ha assolto perché il fatto non sussiste. Ancora oggi si pensa a me come una persona focosa e violenta ricordando quel consiglio comunale del 31 marzo 2010. Chiederò all’assemblea di Bregnano durante la prossima seduta, di leggere quanto il tribunale ha deciso». La difesa di Luigi Francesco Grassi aveva sostenuto che il reato non sussistesse in quanto «non risulta che la persona offesa abbia percepito dolore». Niente dolore, niente reato, insomma. Tesi quindi sposata dal giudice Cristian Mariani.

All’epoca Grassi aveva 70 anni, ora ne ha 74. Così andarono le cose. A tarda ora, alla chiusura del consiglio comunale, i membri dell’assemblea erano quasi tutti rincasati, alcuni formavano ancora capannelli all’interno della sala. Cepparri aveva appena mostrato durante uno degli ultimi interventi delle foto sul tema rifiuti in paese, la discussione era stata animata. Francesco Grassi, avvicinando il consigliere dell’opposizione, avrebbe iniziato a inveire a colpi di dito indice, per poi passare a più decisi fendenti, ovvero tre schiaffoni.

Come testimoni sono stati ascoltati dai tribunali i presenti, per esempio Carlo Livraghi e Adriano Verga, dalle loro deposizioni Grassi prima di colpire avrebbe detto a Cepparri testualmente «Uè, te capì bello». La diatriba ha tenuto banco per anni. La dinamica degli eventi era stata ridimensionata in seguito anche dalla figlia, Evelina, che riteneva impossibile parlare di vera aggressione. In un primo momento i giudici avevano cercato di riconciliare papà e consigliere, dando successivamente torto al padre.

La disputa poi è finita in appello. Erano seguite una denuncia a carico di Francesco Grassi, mentre la maggioranza aveva promosso una querela nei confronti di Cepparri. Questo sembrerebbe essere l’ultimo capitolo. Il consigliere Cepparri alza le spalle e dice: «La sentenza del tribunale risale allo scorso giugno. Il sindaco ne parla oggi solo perché siamo in campagna elettorale. Sono solo dispiaciuto perché la mortificazione di quegli schiaffi, che ho effettivamente preso, mi resta ancora addosso».

Il consigliere del gruppo “Il bene Comune Bregnano”, oggi confluito con le altre minoranze in “Bregnano in movimento”, dice ancora: «Comunque sia io nel processo ero parte civile, al contrario del sindaco non ho intenzioni di vendetta. Ho anche commesso l’ingenuità di testimoniare che gli schiaffi di Grassi non mi avevano provocato dolore. Ma gli schiaffi me li ha dati davvero». 

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