Cronaca / Cantù - Mariano
Giovedì 20 Giugno 2013
Botte e umiliazioni
Marito condannato
La moglie ha raccontato al giudice tre anni da incubo
«Ho provato a stare con lui per il bene dei figli»
Tre anni di telefonate ossessive, almeno tre o quattro volte al giorno, anche di notte.
E poi, appostamenti sotto casa, inseguimenti in auto, imboscate sulle scale, possibili grazie alla chiave del portoncino conservata dopo il cambio di domicilio. E le botte. Durante il matrimonio, nell’intimità.
Altre persino a divorzio avvenuto. La camicetta afferrata con violenza all’altezza del seno. I lividi.
Per questi episodi, ieri mattina, nell’aula penale del Tribunale di Cantù, è stato condannato in primo grado di giudizio l’ex marito. Accusa di stalking e lesioni personali: un anno e 8 mesi di reclusione, riconoscimento nella sentenza di colpevolezza sia della continuazione del reato che della recidiva.
L’imputato di 49 anni, per la donna, una 36enne originaria della Tunisia, con due bambine da crescere, era diventato un incubo.
«Il mio ex marito mi dava pugni e calci, ma ho provato a non lasciarlo per il bene dei figli. Ma a un certo punto non è stato più possibile» così ha detto la donna, con gli occhi lucidi, davanti al giudice.
I dettagli sul giornale in edicola giovedì.
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