Caldo e gelo in pochi giorni
Mai così tanti casi di polmonite

Tutto esaurito nel reparto di Pneumologia del Sant’Anna, per lo più persone anziane. Anche i medici di famiglia confermano: «Molte diagnosi nelle ultime settimane»

Con l’inizio dell’anno si sono moltiplicate le sindromi influenzali e in attesa del picco dell’epidemia, previsto settimana prossima, sempre più comaschi stanno facendo i conti con la polmonite.

Al ricovero in ospedale arrivano solo le forme più gravi e il reparto di Pneumologia del Sant’Anna è in overbooking: venerdì c’erano 17 pazienti a fronte di 12 posti letto. La maggior parte sono anziani, a fare eccezione c’è anche qualche quarantenne. « Ci sono tante infezioni respiratorie - dice il primario di Pneumologia, Anna Maspero - ed è facile che le persone con una patologia di base come gli asmatici o i cardiopatici si riacutizzino con una infezione polmonare».

I sintomi della polmonite non si differenziamo granché da quelli influenzali, si parla di tosse e febbre alta. A questi si aggiungono il dolore toracico e la temperatura non scende con gli antipiretici. In questo caso è bene andare dal medico che, toccando il torace, riconosce le crepitazioni da polmonite senza appesantire la situazione già critica del pronto soccorso del Sant’Anna. Sarà il medico a dirottare il paziente in ospedale se la situazione è preoccupante. Lì si farà una lastra o se necessario una Tac polmonare.

Dell’impennata di polmoniti in effetti si sono accorti per primi i medici di base. Non appena hanno riaperto gli ambulatori dopo le vacanze di Natale ne hanno diagnosticate a qualche anziano più critico degli altri e a parecchi adulti in forme leggere. Gabriele Moltrasio, medico di famiglia e responsabile provinciale Fimmg, in un mese circa ne ha viste una quindicina. «C’è stato anche qualche ricovero ospedaliero tra gli anziani - spiega - Quando si parla di soggetti deboli con altre patologie, magari cardiopatici o immunocompromessi, curarsi a domicilio è un rischio anche quando si è seguiti dal medico».

Nessuna polmonite è trascurabile. Anche chi non necessita il ricovero deve farsi prescrivere un antibiotico e restare a casa al caldo per una decina di giorni.

Il gran numero di polmoniti osservate dai medici comaschi è imputabile in buona parte a forme batteriche. Si sviluppano con gli sbalzi di temperatura che abbiamo sentito nelle ultime settimane più che con il freddo pungente. Semplificando, ci sono batteri normalmente presenti in bocca o all’inizio della trachea che non danno problemi finché il sistema immunitario funziona a dovere. Solo che gli anticorpi sono fatti per lavorare a 37 gradi mentre alcuni batteri si trovano meglio con qualche grado in meno. Quando se avverte caldo all’esterno e si slaccia la giacca o ci si scopre, la temperatura scende in alcune parti del corpo e si inverte il rapporto di forza tra batteri e anticorpi. «Nell’ultima parte dell’anno ne ho viste molte - conferma Giuseppe Enrico Rivolta, medico di famiglia - in un primo momento ho pensato fossero influenze, poi mi sono accorto che erano polmoniti leggere».

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