Cronaca
Martedì 07 Febbraio 2017
Camion abbandonato da nove anni
Assurdo: il responsabile è a Catania
L’autocarro è nel cortiledelle case Aler di via Anzani. L’istituto: «Non è nostro, abbiamo già sollecitato»
Più di tremila giorni, oltre 78mila ore sempre nello stesso posto, nel cortile delle case Aler di via Anzani al civico 32. La storia è quella dell’autocarro Fiat Ducato di proprietà dell’impresa che, nel 2008, stava eseguendo i lavori di ristrutturazione degli stabili. L’azienda fallì e il mezzo venne lasciato nel cortile con un escavatore e alcuni ponteggi che, nel corso degli anni hanno trovato altre destinazioni o sono stati venduti. Ma lui, il Ducato bianco ormai arrugginito pieno di muschio, no. Si è mosso solo una volta giusto per consentire lo spostamento dell’escavatore che era stato venduto, poi più nulla. E dire che un condomino che ha le finestre affacciate proprio sul relitto, Claudio Baruffa, aveva anche trovato un acquirente che era disponibile a pagare mille euro. Tutto risolto? Niente affatto.
«Mi sono rivolto all’Aler, ma mi hanno detto che non si poteva fare nulla perché la cifra avrebbe dovuto essere di 1800 euro così come stabilito dal curatore fallimentare» aveva spiegato.
E, da allora, alcuni anni fa, le condizioni dell’autocarro sono peggiorate. Irreversibilmente. E adesso non solo non si incasseranno mille euro, ma molto probabilmente il mezzo dovrà essere demolito e si dovranno sborsare dei quattrini per portalo via.
E l’Aler intanto che fa? Scrive lettere. «Abbiamo sollecitato a più riprese il curatore fallimentare - spiega l’ingegner Roberto Lenzo, responsabile dell’area tecnica - ma se siamo riusciti a risolvere le altre questioni aperte, questa è ancora sul tavolo. Per l’escavatore ho trovato personalmente, come Aler, un compratore ed è stato spostato. Lo stesso avevamo fatto per i ponteggi». E per il Ducato? «È vero che c’era stata una proposta per mille euro, ma il curatore fallimentare, che è a Catania visto che l’impresa aveva sede là, aveva detto che il prezzo non era congruo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA