Cronaca / Cantù - Mariano
Sabato 08 Giugno 2013
Cantù, litigano per un parcheggio
E finisce a colpi di spranga
Furiosa lite nel pomeriggio di ieri in via Como dove due gruppi si sono fronteggiati. Alla base di tutto un furgone lasciato su un passo carraio
Cantù
Sprangate sulla schiena, piastrelle impugnate per uno scontro a squadre per nazionalità, Pakistan contro Albania.
Ma, per come è stata raccontata ieri dai colleghi di lavoro, la rissa che si è scatenata al civico 6 di via Como, cinque partecipanti - quattro tra i 30 e i 40 anni e uno, più defilato, sulla sessantina - tutti feriti in modo lieve, nasce dalla contestazione di un parcheggio.
La violenza è scattata poco dopo le 15 all’altezza di una ditta, Catramista Marco Snc. Il titolare, originario dell’Albania, da decenni in Italia, era lontano per impegni. La segretaria, in quel momento, non c’era. Aveva preso due ore di permesso, come aveva comunicato all’azienda. Le hanno potuto raccontare quel che è successo soltanto dopo, quando al suo arrivo ha trovato due ambulanze del 118 e tre pattuglie dei Carabinieri di Cantù.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, davanti al cancello della ditta, una coppia di pakistani ha fermato il furgone su cui era a bordo. Dall’interno, una coppia di fratelli, due operai albanesi, con un terzo collaboratore esterno, un esperto catramista, anche lui albanese, si sono ritrovati a partecipare alla scena. Ai pakistani hanno chiesto spiegazioni per l’ingombro del passo carraio. Come ricostruisce la ditta, i pakistani hanno azzardato una mano sul bavero. Ma è scattata la reazione della coppia albanese. Con il terzo connazionale che, vista la malaparata, ha pensato di nascondersi sul retro, vicino al cane lupo tenuto nel cortile dell’azienda.
Dalla zona fra la strada, il cancello e il cortile della ditta, qualcuno si è spostato persino all’interno del magazzino. In un attimo sono sbucate spranghe e persino piastrelle. I tre albanesi hanno riportato, ciascuno, un visibile taglio sulla fronte, un livido sulla schiena, un braccio e una mano gonfiati dalle botte. A chiamare il 118 è stata una passante, involontaria testimone.n C. Gal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA