Cantù: «Non è solo moschea
Ma un luogo per conoscere l’islam»

I promotori del luogo di culto chiariscono

«Raccoglieremo noi i 6-700mila euro necessari»

Cercavano un luogo dove aprirla da anni, e lo scorso novembre l’hanno trovato. Il luogo chiamato a ospitare una moschea che raccoglierà fedeli musulmani di 13 diverse nazionalità, che come unica lingua comune useranno l’italiano.

Una garanzia in più per quanti temono che possa trasformarsi in un luogo dove seminare odio contro i cristiani. Paura fomentata da quelle che Mimmo Arnaboldi, capogruppo di «Lavori in Corso», ha definito le menzogne diffuse in questi mesi, da che è stata confermata dai fatti l’apertura di una moschea, progetto promosso da cinque associazioni di stranieri attive in città – pachistani, tunisini, albanesi, marocchini, senegalesi – che si sono unite per aprire un centro culturale in un capannone di via Milano al 127 C.

Per fugare timori e fare chiarezza è nato «Liberi Insieme», il coordinamento volto a tutelare i diritti fondamentali dell’individuo e nello specifico la libertà di culto, che mercoledì sera ha organizzato un’assemblea al centro civico di Vighizzolo. E i promotori sottolineano: «Il Comune non spenderà un euro, troveremo noi i 6-700mila euro necessari».

Ma intanto la Lega non rinuncia alla propria battaglia contro la creazione del luogo di culto e organizzerà nuove iniziative dopo la raccolta di oltre tremila firme di cittadini.

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