Cronaca
Venerdì 19 Luglio 2013
Cardano, il racconto di Iametti
«Ero ferito, temevo il peggio»
Costantino Iametti è tornato a casa dall’ospedale, dopo gli spari in Municipio a lui e al sindaco. Il racconto: «Ero a terra, ferito. Il primo pensiero era per mia moglie Amabile, volevo vederla»
Mentre si premeva la testa e il fianco, dove era stato colpito, nel primo caso fortunatamente solo di striscio, mentre lo vedeva sulle sue mani, quel sangue che usciva, «pensavo il peggio. E pensavo a mia moglie, volevo vederla».
Si incrina la voce a Costantino Iametti, il vicesindaco di Cardano al Campo rimasto ferito a colpi di pistola lo scorso 2 luglio con la sindaca Laura Prati, all’interno del municipio, da Giuseppe Pegoraro. Gli si incrina la voce e gli occhi si cerchiano di rosso, anche adesso, che è lì, seduto sulla poltrona del salotto di casa sua, dimesso l’altro giorno dall’ospedale di Varese. Lei, la moglie che ha sposato cinquantun anni fa, si chiama Amabile Lamperti. E mai nome potrebbe essere più azzeccato. Dolce, esile. E tanto forte. Ieri Costantino ha voluto accanto anche i suoi nipotini. Che giocano, ridono. E gli portano la gioia che squarcia quel buio di quasi venti giorni fa.
«Voglio parlare di Laura – dice Costantino Iametti, e gli occhi tornano a cerchiarsi di rosso e a inumidirsi - Di Laura che da anni lavora per le donne, la società, la cultura, le scuole. Che tutto questo lo fa perché se lo sente, non per secondi fini».
Laura, la sindaca di Cardano, ricoverata all’ospedale di Circolo di Varese. L’ultimo bollettino medico, martedì, la dava ancora in prognosi riservata, ma in condizioni stabili.
«Laura è una ragazza intelligente, libera – prosegue il vicesindaco -, mi auguro un suo ritorno il più presto possibile. Non meritava…». E la voce gli si incrina. Si sente un affetto paterno per quella donna coraggiosa così ferocemente colpita.
Costantino Iametti ha 78 anni. E una forza e un coraggio che non vengono meno. Ora, quando non ripensa a quanto accaduto, trova anche la capacità di sorridere in quel modo sincero che è noto, amato, apprezzato da chi lo conosce. Riesce a far riaffiorare la sua ironia. E i suoi modi decisi. «Vuol dire che sta tornando quello che è – commenta la sua Amabile -. E questo va bene».
E adesso Costantino non esclude, il 29 luglio, data del prossimo consiglio comunale, di poter già essere di nuovo sui banchi del consesso civico. Con il pensiero costante a Laura Prati.
«Io non posso paragonarmi a lei – dice - Ma, come lei, voglio lavorare per il nostro paese, per continuare a migliorarlo. E mi spiace che dal paese non passo da un po’ di tempo…». E se si prova a fargli notare che sono poco più di due settimane che manca da Cardano al Campo, e ci manca perché è stato ferito e ricoverato in ospedale, non retrocede di una virgola. «Sì – risponde - ma io in paese ci giravo ogni giorno. Adesso sto bene e appena posso mi rimetto in pista. Per il paese e per Laura».
Di quella mattina del 2 luglio, quando l’ex vigile gli ha sparato, preferisce non parlare più di tanto, ancora molto scosso. Ma una cosa la dice, la ripete, e si vede che gli fa male. «Sentivo Laura che mi chiamava, chiamava “Costantino, Costantino”…». Mentre anche lui era a terra, ferito. E si chiude in un mutismo che è come per proteggere qualcosa da condividere solo con le proprie famiglie, quando gli si dice che qualcuno ha raccontato che lui si è messo davanti quasi a difenderla, Laura. «Non so chi è stato colpito per primo. Ma so che sentivo Laura che mi chiamava».
Sara Magnoli
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