Como
Un sogno. Ne è consapevole il sindaco Mario Lucini quando parla dell’acquisizione della Casa del Fascio dall’attuale proprietario, ovvero il ministero delle Finanze. E ammette che è un atto dovuto alla città provarci, anche se per ora non c’è nulla di concreto. Nemmeno un progetto.
Perché ha deciso di mandare la lettera al ministro?
Perché la Casa del Fascio è il più importante monumento razionalista del mondo. É un sogno che da decenni la nostra città ha di renderlo fruibile pienamente.
Alcuni consiglieri comunali dicono che è solo un modo per sviare l’attenzione dal fiasco della grande mostra.
Cosa replica?
La mostra non c’entra nulla. É un sogno, un’idea che esiste nella città da molti anni, se n’è dibattuto anche recentemente e mi sembrava importante verificare almeno con questo primo atto una disponibilità del ministero a percorrere questa strada. Stiamo parlando di un primo passo: a fronte dell’eventuale disponibilità dovrà essere sviluppato un progetto.
Dal 1945 si prova ad acquisire l’immobile senza successo.
Alcuni sindaci hanno abbandonato l’idea. Lei perché dovrebbe riuscirci?
Innanzitutto voglio verificare se questa possibilità da parte dello Stato è presente ed è giusto che la città lo sappia e possa cimentarsi nella possibilità. Non sono certo di riuscirci, ma trovo doveroso provarci.
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