Caso Parolario, i comaschi
«Deve restare, ci fa crescere»

Librai, studenti e professori chiedono di non perdere l’evento

«Tendone in piazza Cavour»

Costi quel che costi: per i comaschi Parolario non deve andarsene in qualche altra sede, deve restare a Como. Questione di opportunità oltre che di identità cittadina. «Sarebbe una sconfitta per la città, per la cultura, per tutti - afferma Ennio Monticelli, direttore della libreria Ubik in piazza San Fedele - È legato alla città ed è un evento che la caratterizza, inoltre le case editrici sono sempre molto attente. Sono abituate a farsi conoscere attraverso Parolario e ne hanno una considerazione notevole, ci tengono che i loro libri vengano presentati in quella sede. Anche quest’anno ci hanno chiamato tutte per sapere se erano arrivati i libri e se erano in quantità sufficiente». Anche gli studenti dell’Università dell’Insubria, che collaborano a Parolario con l’associazione Casa della Poesia, sono schierati per la permanenza in città: «Non ha senso che Como perda una manifestazione di questa portata - dice Federico Gilardoni, rappresentante degli studenti - I problemi di Villa Gallia quest’anno hanno reso evidente la carenza in città di spazi coperti abbastanza capienti per accogliere il pubblico in occasione degli eventi di grande richiamo, è un dato di fatto. Si possono rivalutare soluzioni come la tensostruttura in piazza Cavour».

IL DIBATTITO SU PAROLARIO SU LA PROVINCIA DEL 23 OTTOBRE

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