«Cerco mia figlia nel fiume,
non posso smettere» ( video )

Sondrio Il papà di Hafsa, dispersa nell’Adda: «Non riesco a restare ad aspettare. Devo ringraziare i soccorritori spero di essere lì quando la trovano»

Un uomo che cammina e nuota nell’Adda, seguendo la corrente del fiume. Si muove lentamente. In una sequenza video di trenta secondi, pubblicata su Facebook da Piero Carnini, si vede quella che a tutti gli effetti è una ricerca, motivata dalla forza della disperazione. Dalla volontà di trovare una figlia, Hafsa, che nel tardo pomeriggio di martedì primo settembre è stata inghiottita dalle acque dell’Adda. Quello ritratto nel filmato, mentre da riva qualcuno gli ricorda che anche esperti nuotatori sono stati traditi dalle insidie del fiume, è il padre della ragazza che a fine ottobre non potrà festeggiare i suoi sedici anni.

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Quando Hafsa è stata trascinata via dalla corrente mentre cercava di raggiungere, assieme alla cugina, la spiaggia che si trova nel lembo di terra tra la confluenza del Mallero nell’Adda, il padre non era in città. Si trovava in Marocco, suo paese di origine, ed è rientrato venerdì scorso, non appena gli è stato possibile. Da subito, avvisando le autorità («Ho chiamato i Carabinieri», ci dice), si è impegnato personalmente a collaborare nelle ricerche della figlia. E non si è fermato anche quando, da sabato scorso, sono state interrotte le ricerche massive, quelle su vasta scala che hanno coinvolto per diversi giorni numeroso personale dei Vigili del fuoco, della Guardia di finanza e della Protezione civile. «Devo ringraziare i ricercatori, che sicuramente hanno fatto un buon lavoro - dice il papà di Hafsa -, ma non sono riusciti a trovare mia figlia. E io non posso smettere di cercarla».

Tutti i giorni

Ogni giorno, prende la sua bicicletta e raggiunge il Sentiero Valtellina, scendendo poi sulle rive dell’Adda. «Mi sto dando da fare per trovare Hafsa - racconta - e spero che ci sia qualcuno che con buona volontà voglia mettersi a disposizione per aiutarmi. Io mi avvicino al fiume, a volte ci entro anche, rimanendo vicino alla riva. So nuotare bene e non voglio correre rischi, ma spero di trovare Hafsa, che magari è incagliata da qualche parte. O spero di essere lì quando il fiume la restituirà. Non posso rimanere a casa ad aspettare».

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