Codice azzurro al pronto soccorso
per il paziente che «può aspettare»

Nuovo colore assegnato ai casi non gravi. Introdotto al Sant’Anna e all’ospedale di Cantù

Como

Al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna e in quello del Sant’Antonio Abate di Cantù arriva, in via sperimentale, un nuovo codice che è possibile attribuire ad alcuni pazienti in ingresso: il codice di colore azzurro. Questo codice viene attributo a quei pazienti per i quali non è rilevata alcuna urgenza, in condizioni stabili, che hanno problematiche risolvibili con prestazioni diagnostico terapeutiche ordinarie.

In sintesi, il colore azzurro indica le persone che «possono attendere più degli altri» senza ripercussioni sulla salute.

«I codici azzurri - spiegano dall’azienda ospedaliera Sant’Anna - sono attribuiti a quei pazienti che, pur non essendo considerati “codici bianchi” (problemi non urgenti o di minima rilevanza clinica), non presentano condizioni “a rischio per la vita”, “rischio evolutivo”, o dolore intenso: tali pazienti potranno ragionevolmente attendere un poco di tempo in più per poter essere inseriti nel percorso assistenziale-diagnostico e terapeutico.

Ecco alcuni esempi: un paziente con codice azzurro potrebbe essere chi ha subito una distorsione di caviglia, chi ha una piccola ferita che richiede il semplice posizionamento di pochi punti di sutura, chi manifesta problematiche otorinolaringoiatriche od oculistiche di modesta entità e a basso rischio.

Nulla cambia invece per il pagamento del ticket, regolato da una disposizione regionale del 2012 (prevede che i cittadini paghino 25euro alla dimissione qualora siano dimessi con codice bianco). In pratica, sono i cittadini che non vengono ricoverati né sono stati inviati dal medico curante per ricovero, non sono rimasti in osservazione per oltre 6 ore, non sono stati trattati per traumi con apparecchi gessati o tutori e non hanno ustioni estese, gravi intossicazioni o ingestione e inalazione di corpi estranei da estrarre con manovre strumentali. Da ricordare che non sono mai soggette a pagamento del ticket le donne in gravidanza.

La scelta di aggiungere un quinto codice ai quattro già noti e operativi negli ospedali lombardi (rosso, giallo, verde e bianco) è nata nell’ambito dell’attivazione degli “Ambulatori dei codici minori” (bianco e verde), un progetto dellaRegione che vede gli ospedali Sant’Anna e Sant’Antonio Abate capofila, insieme al Niguarda di Milano.

Punto di partenza del progetto è l’elevato numero di pazienti che accedono in Pronto Soccorso e che, per vari motivi, non possono essere considerati codici bianchi, né tantomeno gialli o rossi. Sono i cosiddetti codici verdi, che rappresentano in generale il 70% circa degli accessi complessivi in Pronto soccorso.

L’aggiunta di un nuovo codice, come detto di colore azzurro, consente una miglior selezione nell’attesa dei pazienti e un più razionale utilizzo delle risorse disponibili per la cura dei pazienti urgenti.

«La logica - spiega Andrea Bellone, primario del Pronto soccorso del Sant’Anna - è quella di separare, nell’ambito dei codici minori, quelli meno importanti. Parliamo di piccola traumatologia e ferite non gravi. Credo sia una novità utile, l’ultimo intervento che si potesse fare in materia di gestione degli accessi. Se non ho un’alternativa, vado per forza al Pronto soccorso, quindi non si può biasimare chi si presenta con una distorsione rimediata giocando a calcetto. Il problema semmai sono i codici bianchi, che rappresentano il 6% del totale».

«Purtroppo - continua il primario - capita che qualcuno si presenti da noi dicendo: “ho accompagnato un parente, già che sono qui vorrei farmi dare un’occhiata alla gamba che mi fa male da un mese”. Oggi all’ospedale di San Fermo - chiude Bellone - i codici verdi rappresentano il 60%, i gialli il 25%, i rossi il 3%, mentre il restante 12% si divide in parti uguali tra codici azzurri e codici bianchi».

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