Como, il vescovo abbraccia Arrighi
«Qui in carcere sono cambiato»

Como

«Dio si è fatto uomo, ci viene incontro nella fragilità di un bambino… la bellezza si è fatta carne, Cristo sostiene la nostra vita».

È iniziata con queste parole la messa natalizia al Bassone celebrata dal vescovo Diego Coletti la mattina della vigilia. E a pronunciarle non è stato il vescovo, né il cappellano don Giovanni Milani, ma Alberto Arrighi, in carcere dal 2010 per l’omicidio di Giacomo Brambilla.

Si è fatto avanti all’inizio della celebrazione per esprimere un messaggio di benvenuto al vescovo da parte di tutti i detenuti, veri protagonisti in una liturgia che in più passaggi ha evocato l’evento del Natale che libera dal male, guarisce le ferite, porta nuova luce in giorni che sarebbero definiti dallo sconforto. «Il Cristianesimo è rinato e si è sviluppato all’interno del carcere»ha anche detto aprendo uno spaccato su una quotidianità significativa che coinvolge i carcerati impegnati in un percorso rieducativo attraverso il lavoro.

«Qui all’interno del carcere sto vivendo una realtà lavorativa che mi ha cambiato profondamente, mi sono sentito guardato e voluto bene come uomo» ha confidato a conclusione della messa circondato dai suoi compagni di lavoro, altri 20 detenuti che con lui vivono la stessa esperienza al Centro Stampa. «L’incontro con Cristo ha cambiato la mia vita, da quando apro gli occhi al mattino vivo nella certezza che la mia esistenza è voluta, abbracciata, sostenuta da una presenza che rende possibile vivere nonostante la nostra miseria. Siamo in 20 toccati da questa vita nuova, da questa speranza».

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