Como, vietato mettere i jeans
Il papà musulmano va a processo

E se una ragazzina di dodici anni volesse vivere come le sue coetanee, indossando un paio di jeans, guardando “Violetta” in tv?A leggere il capo di imputazione del processo che si chiuderà mercoledì in tribunale a Como, la risposta è che no, non a tutti è concesso

E se una ragazzina di dodici anni volesse semplicemente vivere come le sue coetanee, indossando un paio di jeans, guardando “Violetta” in tv o trovandosi con gli amici all’oratorio?

A leggere il capo di imputazione del processo che, salvo soprese, si chiuderà mercoledì in tribunale, la risposta è che no, non a tutti è concesso. Non a una ragazzina il cui padre - oltre che straniero, di nazionalità marocchina - è un musulmano integralista, uno per il quale le mogli debbono indossare il velo e le figlie restare in casa, in attesa dell’età giusta perché papà trovi loro un marito.

Per la legge italiana - per fortuna - imporsi con tanta violenza nei confronti dei figli, sia pure soggetti alla patria potestà di un genitore, può configurare il reato di “abuso di mezzi di correzione”, sanzionati con una pena che può arrivare fino a sei mesi di detenzione.

È quello che rischia questo padre di 51 anni, le cui generalità non possono essere diffuse per tutelare l’identità della figlia minorenne, terza di tre figli (gli altri due sono maschi) che da quando la Procura ha avviato i primi accertamenti sulla vicenda, è stata affidata alle cure di una struttura protetta, per sottrarla alla presunta “ferocia” di papà.

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