Cronaca
Mercoledì 15 Aprile 2020
Coronavirus: la Finanza
nella sede della Regione
Acquisiti alcuni documenti. Fontana: «Massima collaborazione per le indagini»
La Guardia di Finanza ha acquisito, mercoledì 15 aprile, documenti in alcuni uffici della Regione Lombardia.
Nella giornata di martedì 14 le fiamme gialle avevano perquisito la sede del Pio Albergo Trivulzio, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici di una serie di Residenze sanitarie assistenziali, e legata all’elevato numero di morti tra gli anziani ospiti, colpiti dal coronavirus. «Siamo impegnati a combattere il virus e a proteggere i lombardi, massima collaborazione verso chi svolge le indagini», ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in merito all’acquisizione dei documenti in Regione.
Intanto, i consiglieri delle forze di opposizione in Consiglio regionale della Lombardia - Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Lombardi Civici Europeisti, Più Europa/Radicali, Italia Viva - depositeranno giovedì 16 aprile le firme necessarie per l’istituzione di una Commissione consiliare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Regione Lombardia. Lo hanno annunciato questa mattina in una conferenza stampa tenuta a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale, e diffusa via Facebook, i cinque capigruppo: Fabio Pizzul (PD), Marco Fumagalli (M5S), Niccolò Carretta (LCE), Michele Usuelli (+ Europa) e Patrizia Baffi (IV).
Secondo le previsioni dello Statuto regionale della Lombardia, articolo 19, la commissione di inchiesta ha il potere di indagare su questioni di spettanza del Consiglio Regionale e può essere istituita su richiesta motivata sottoscritta da almeno un terzo dei Consiglieri regionali, quindi almeno 27. I gruppi di opposizione hanno i numeri necessari per chiederne l’istituzione, a cui deve dare seguito l’Ufficio di presidenza del Consiglio entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta.
Fabio Pizzul, Partito Democratico: «Il sistema sanitario lombardo non ha risposto adeguatamente alla sfida e la legge regionale va rivista alla luce di quanto è successo in queste settimane. La commissione d’inchiesta non è un fittizio tribunale ma un luogo dove fare chiarezza, dove capire perché in Lombardia ci siano stati tanti, troppi morti, e perché sia stato così difficile tracciare un’epidemia che qui si è manifestata in modo così virulento. È, prima di tutto, un atto di chiarezza nell’interesse dei cittadini lombardi. Perché tanti morti? perché non siano stati protetti operatori sanitari e Rsa? Si accertino gli errori perché non vengano ripetuti, anche in vista di un’apertura graduale di una fase 2 o di una nuova esplosione dell’epidemia in autunno. Dovremo trovarci pronti, con le scelte corrette»
Marco Fumagalli, M5S Lombardia: «Il dramma che stiamo vivendo in Lombardia non deve ripetersi: abbiamo il dovere di approfondire con una commissione d’inchiesta. Va fatta trasparenza sulle cause dell’ampia diffusione del virus, vanno valutati eventuali errori di programmazione, difetti organizzativi legati al sistema sanitario lombardo, problemi e carenze nella catena di comando anche legati alla legislazione regionale in vigore. Le verifiche saranno assolutamente scrupolose a partire dalla distribuzione a singhiozzo dei dispositivi di protezione individuale, al limitato ricorso ai tamponi nella popolazione, fino all’orrore nelle case di riposo e ai numeri reali della pandemia. Tutto deve essere analizzato per capire le carenze e gli errori che hanno determinato questa ecatombe di dimensioni eccezionali. I lombardi hanno pagato a caro prezzo questa pandemia, e la Commissione, a partire da una documentazione solida, sarà la sede opportuna per programmare una sanità lombarda che sappia affrontare coerentemente le emergenze”.
Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti): «Siamo convinti che una commissione d’inchiesta possa fare solo che bene alla nostra Regione e all’Istituzione del Consiglio regionale perché aiuterebbe certamente il processo auspicato per fare luce su quello che non ha funzionato durante l’emergenza Covid-19 e che ha comportato un livello di stress delle strutture ospedaliere lombarde oltre ogni limite. Da presidente della Commissione d’Inchiesta sui rifiuti ci tengo a precisare che questo tipo di iniziative servono perché aiutano a garantire un maggior grado di trasparenza nei confronti dei cittadini».
Michele Usuelli, Più Europa/Radicali: «Avendo constatato la restrizione degli spazi di dibattito democratico nella assemblea degli eletti e ritenendo di essere sempre stati opposizione dura ma costruttiva e propositiva, il mancato ascolto e l’insufficiente interlocuzione con la giunta ci obbligano ad utilizzare questo strumento per non essere compartecipi della grave incapacità di gestione della politica sanitaria e Lombardia».
Patrizia Baffi, Italia Viva: «Sono di Codogno e qui ho vissuto prima degli altri il dramma della pandemia. Qui abbiamo vissuto prima di tutti l’impreparazione rispetto a ciò che stava succedendo, e anche il senso di abbandono, perché mentre noi eravamo confinati dall’esercito all’interno della zona rossa, al di fuori la vita continuava normalmente. Oggi è importante questa unione tra le forze di minoranza. La commissione d’inchiesta è un atto dovuto, non un diritto ma un dovere di ogni consigliere regionale. Non sarà un tribunale dell’Inquisizione, perché do per scontato l’impegno e la professionalità di tutti coloro che si sono spesi per contrastate l’epidemia, ma c’è stata una fragilità nell’affrontare l’epidemia, c’è stata una falla e occorre capire dove è stata. Questo ci spetta come consiglieri regionali, per il ruolo che ricopriamo, in vista di mesi che si annunciano ancora difficili».
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