Crac Ilme a processo
Debiti per 500 mila euro

Ieri a Lecco la prima udienza a quattro anni dal crac: imputati i due amministratori dell’azienda di Barzanò

Ieri mattina, in Tribunale a Lecco, si è aperto il processo per il crac della società, la Ilme Industria lavorazione metalli Srl con sede a Barzanò, processo che vede imputati i due soci nonché amministratori, Pietro Bonelli e Piera Angela Galbusera, entrambi difesi dall’avvocato Guido Corti del Foro di Lecco. Davanti al collegio presieduto da Enrico Manzi, è stato chiamato a testimoniare il curatore fallimentare Marco Canzi, che ha dapprima risposto alle domande del pubblico ministero Antonia Pavan, quindi del difensore e dei giudici. Canzi ha tratteggiato la storia dell’azienda dalla fondazione, nel 1990, in poi. Bonelli e Galbusera ne divennero quasi subito i proprietari, alternandosi nella carica di amministratore fino alla messa in liquidazione. Il curatore si è soffermato sugli ultimi anni di “sofferenza” dell’azienda, dal 2008, anno della crisi globale, al 2014, quando il patrimonio netto fece segnare un saldo negativo, nonostante per qualche tempo avesse beneficiato della rivalutazione del capannone di Barzanò, stimato 450mila euro, che aveva incrementato il patrimonio della società. Una valutazione che il curatore fallimentare ha definito “un po’ generosa”. Alla prossima udienza saranno sentiti i funzionari di banca non presenti ieri.

La società era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Lecco il 20 aprile 2016: in liquidazione dall’anno prima, i creditori avevano presentato istanza di fallimento, accolta dai giudici in quanto lo stesso liquidatore aveva ammesso che i beni dell’attivo, per le condizioni e la difficoltà di vendita, non avrebbero assicurato il pagamento dei debiti, oltre 500mila euro.

Ieri mattina, in Tribunale a Lecco, si è aperto il processo per il crac della società, la Ilme Industria lavorazione metalli Srl con sede a Barzanò, processo che vede imputati i due soci nonché amministratori, Pietro Bonelli e Piera Angela Galbusera, entrambi difesi dall’avvocato Guido Corti del Foro di Lecco. Davanti al collegio presieduto da Enrico Manzi, è stato chiamato a testimoniare il curatore fallimentare Marco Canzi, che ha dapprima risposto alle domande del pubblico ministero Antonia Pavan, quindi del difensore e dei giudici. Canzi ha tratteggiato la storia dell’azienda dalla fondazione, nel 1990, in poi. Bonelli e Galbusera ne divennero quasi subito i proprietari, alternandosi nella carica di amministratore fino alla messa in liquidazione. Il curatore si è soffermato sugli ultimi anni di “sofferenza” dell’azienda, dal 2008, anno della crisi globale, al 2014, quando il patrimonio netto fece segnare un saldo negativo, nonostante per qualche tempo avesse beneficiato della rivalutazione del capannone di Barzanò, stimato 450mila euro, che aveva incrementato il patrimonio della società. Una valutazione che il curatore fallimentare ha definito “un po’ generosa”. Alla prossima udienza saranno sentiti i funzionari di banca non presenti ieri. n A. Cri

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