Cucinelli al Sociale
«Il mio capitalismo umano»

Alle Primavere di Como il racconto dell’imprenditore che ha creato un colosso del cashmere. «Partito da zero, un valore assoluto: la dignità»

«La dignità? Conta più del pane. Genera responsabilità e creatività. È importante ricordarselo soprattutto oggi, alla vigilia di una nuova era, di un secolo d’oro».

Umbro, 61 anni, un nome e un cognome da predestinato a metà strada tra Dante e i cavalieri di ventura, Brunello Cucinelli da Castel Rigone racconta davvero un Rinascimento possibile in un’Italia possibile. Lo hanno ascoltato un migliaio di comaschi in un Teatro Sociale sold out per il secondo appuntamento delle Primavere di Como, la rassegna culturale che per il quinto anno consecutivo La Provincia regala ai suoi lettori e che, con l’imprenditore del cachemire, ha consentito di mettere a fuoco il modello di un Paese che funziona, che sa dove andare ma si ricorda soprattutto da dove viene.

Tra mille citazioni - Kant, Rousseau, Eraclito e i classici greci - Cucinelli ha riassunto la storia della sua vita e il modello di azienda che ne è uscito: «Un posto in cui si lavora duramente dalle otto del mattino alle cinque del pomeriggio» e non oltre, un luogo di creatività e impegno. «Non ho studiato niente - ha raccontato - ho un diploma da geometra con un sei politico, poi tanta università, dieci anni, quella del bar del paese, luogo straordinario di uomini e dibattiti politici, spirituali, religiosi. Ricordo la mia amica Lella, che faceva la prostituta: cercavo di convincerla di smettere, e intanto cresceva la voglia di fare un’impresa diversa».

Prossimo appuntamento il 26 marzo con suor Giuliana Galli. Prenota QUI

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