
( foto Bartesaghi)
La struttura di 36 metri deve essere consolidata
Verranno dipinti quattro grandi volti ma servono sponsor
Trasformare il serbatoio dell’acquedotto di Incasate in un’opera d’arte visibile a chilometri di distanza e rappresentativa – come la Torre e la cupola della parrocchia San Bartolomeo che si notano scendendo dalla Novedratese – di Carugo.
L’idea è venuta all’assessore ai lavori pubblici Alberto Viganò che vorrebbe riuscire a replicare il metodo anche su altre strutture pubbliche riservate ai servizi primari (come le casette dei gestori dell’acqua e del gas) da trasformare in “tele” da assegnare a writers e giovani artisti locali per creare tocchi di colore in luoghi non propriamente usuali.
Viganò si è rivolto a un caro amico, l’artista marianese Marco Grassi, espressionista contemporaneo già noto alla critica e agli appassionati d’arte per i suoi lavori che si concentrano sulla figura umana, in particolar modo femminile.
Non è un caso, infatti, se Grassi ha pensato per Carugo a un’opera intitolata “Sguardi”: «Sono quattro volti da affiggere sul serbatoio» prosegue l’assessore. Il quale è stato chiaro: «Non dovrà costare nulla al Comune e quindi dovremo trovare degli sponsor privati».
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