Cronaca
Giovedì 25 Giugno 2020
Denuncia gli aguzzini 10 anni dopo
Uno di loro condannato per stupro
Sette anni di reclusione per un uomo accusato di aver violentato una ragazzina a Mozzate. La giovane si è confidata con la donna per cui lavora sua madre solo da maggiorenne
Quando si è ritrovata improvvisamente in casa l’aguzzino che l’aveva violentata per anni, e che lei credeva fosse andato via per sempre, ha deciso che quel segreto non poteva più essere tenuto dentro.
E così si è sfogata con la donna presso la quale sua madre lavorava, e che la ragazza ha sempre considerato come una nonna, e questa le ha dato la forza per raccontare ogni cosa ai genitori e per denunciare anni di violenze e abusi. Una denuncia che ha portato alla luce anche un altro presunto aguzzino, un amico di famiglia, che avrebbe stuprato in due occasioni la giovane.
E che, ieri mattina, è stato condannato a 7 anni di carcere con rito abbreviato (quindi con uno sconto di un terzo della pena). Vittima di una storia di violenze rimaste a lungo taciute, una ragazza oggi ventenne, di Mozzate, che si è ricostruita una vita e che cerca di sconfiggere i suoi fantasmi attraverso lo studio, all’università. Aiutata da quella “nonna” acquisita che nel 2018 le ha dato la forza di raccontare tutto.
Aveva soltanto undici anni quella ragazza quando un amico di famiglia, che ha frequentato per anni la casa dei genitori, ha iniziato ad abusare sessualmente della ragazza. Prima commenti spinti. Poi palpeggiamenti. Quindi, in un crescendo di orrore, violenze sessuali sempre più gravi.
Che l’uomo, 50 anni, ufficialmente latitante (forse fuggito in Africa), non ha neppure tentato di negare quando, nel 2018, la ragazza si è decisa a raccontare tutto. Ma all’atto della denuncia oltre al nome del cinquantenne è emerso anche quello di un uomo di 45 anni residente a Jerago con Orago, in provincia di Varese.
A cui l’amico di famiglia avrebbe letteralmente “venduto” la ragazza. Quando le accuse sono state formalizzate ai carabinieri e quando la Procura - l’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Massimo Astori - ha iniziato a cercare riscontri al drammatico racconto, ormai del cinquantenne si erano già perdute le tracce, fuggito prima che potesse essere arrestato, come invece avvenuto per l’amico (tuttora ai domiciliari). Ieri, in udienza preliminare, la condanna a sette anni di carcere. Il pm aveva sollecitato una pena ben più severa di dieci anni di reclusione.n
Paolo Moretti
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