Ecco come cambieranno le tasse
E come salirà l’aliquota dei Bot

IL piano del governo Renzi per cambiare l’imposizione fiscale e trovare i soldi per abbattere il costo del lavoro

«Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe». E’ già tutta in questa breve frase, contenuta nel sommario del Jobs act di Renzi ai primi di gennaio, la sintesi degli interventi che il neonato governo sta approntando in queste ore in tema di tasse e di lavoro e che fa luce anche sull’ipotesi di un aumento della tassazione sui bot. Nessuna patrimoniale hanno assicurato fonti del nuovo governo, ma si vuole intervenire pesantemente sulle tasse, anche abbassando l’Irpef , tagliando abbondantemente l’Irap.

La riduzione dell’Irpef può costare 5 miliardi se si riducono le prime due aliquote, quelle del 23% e del 27% di un punto, o 2 miliardi se si deve invece elevare la soglia al di sotto della quale non si paga l’imposta (la no tax area). Il calo dell’Irap invece, secondo le ipotesi finora avanzate, dovrebbe essere finanziato appunto con un aumento della tassazione delle rendite finanziarie. E proprio su queste si basano i calcoli e le relative polemiche vista la passione degli italiani, anche quelli con redditi bassi, per i buoni del Tesoro. Sulle rendite di recente in Italia c’è stato l’aumento al 20% dell’aliquota del 12,5% per gran parte delle attività finanziarie a cui si è aggiunta l’imposta di bollo e la Tobin tax, mentre per quanto riguarda i titoli di Stato, i rendimenti sono tassati ancora al 12,5% e non al 20%. Adesso potrebbe cambiare: fra le ipotesi quella di alzare la tassazione dei Bot ma solo per chi ne possiede per più di 100 mila euro. IL problema è che oggi i Bot sono tassati al 12,5%, lontano dai livelli europei. Da qui la possibilità di ritoccare l’aliquota fino al 20% (magari con il limite detto prima) o di alzare la tassazione di tutte le rendite finanziarie (Bot compresi dunque) fino al 22-23%. La compensazione sarebbe quella di ridurre il prelievo sui fondi pensione oggi all11,5%.

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