Erba, preghiere vietate
al centro islamico
L’ufficio legale del Comune ha rilevato violazione del regolamento urbanistico
In via Mazzini non si può pregare. A due mesi dal sopralluogo effettuato dagli agenti della polizia locale, i responsabili degli uffici legale e urbanistica del Comune hanno stabilito che l’Associazione Intesa - il centro culturale islamico che si trova sopra all’ex cinema - non può utilizzare la propria sede per preghiere collettive.
«A seguito dell’ispezione effettuata dagli agenti della polizia locale - dichiara il sindaco Marcella Tili - i nostri uffici hanno redatto una relazione che certifica una violazione urbanistica in via Mazzini 84. In particolare è emerso un cambio d’uso dei locali in questione da terziario a luogo di culto, in una zona in cui gli strumenti urbanistici non lo consentono». In arrivo, conclude la Tili, «c’è dunque un’ordinanza con la quale chiederemo di riportare quegli spazi alla destinazione originaria».
Il caso della presunta moschea di via Mazzini è stato portato alla luce dai consiglieri della Lega Nord, che hanno raccolto segnalazioni da parte dei cittadini. I locali - affittati da Francesco Corti al marocchino Mohammed Benmellouk - accoglierebbero ogni settimana decine di persone per la preghiera del venerdì (molte di più la scorsa estate, in occasione del Ramadan). Troppi fedeli per uno spazio da cento metri quadrati, che non potrebbe contenere più di quindici persone.
«Dai sopralluoghi effettuati - fanno sapere dall’ufficio legale del Comune - è effettivamente emerso che i locali vengono utilizzati come luogo di culto per l’organizzazione di preghiere collettive. Ma un’associazione di promozione sociale, come quella di cui parliamo, può effettuare solo attività compatibili con la destinazione urbanistica della propria sede». Insomma: se i locali sono adibiti a ufficio non si possono aprire a tutti per una preghiera collettiva.
Anche perché la legge regionale 12 prevede che un luogo di culto debba essere compreso nel piano dei servizi del Comune e dunque nel Pgt.
«Questo perché un luogo di culto richiama molte persone e devono essere previsti servizi essenziali, a partire da una dotazione adeguata di parcheggi passando per locali consoni a ospitare tutti».
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