Cronaca / Como città
Lunedì 09 Febbraio 2015
«Expo, Anche Como ha dormito
Forse saremo pronti per il 2030»
Il critico d’arte Philippe Daverio sferza la città. «Avete gioielli unici, le chiese e il Razionalismo. ma non lo comunicate e in pochi verranno da voi
Nel dibattito di questi giorni sulla promozione turistica della nostra città e del territorio provinciale entra a gamba tesa il critico d’arte Philippe Daverio. Arriva una bocciatura su tutta la linea: «L’Italia non ha fatto nulla per sfruttare l’occasione dell’Expo e Como non fa eccezione».
Un’occasione irrimediabilmente persa, visto che siamo a meno di tre mesi
dall’inaugurazione,
oppure c’è ancora tempo per recuperare?
Visto come si sta muovendo la nostra classe
dirigente, nazionale o locale cambia poco, direi che forse arriveremo preparati per l’Expo del
2030. Non ha fatto nulla per promuovere le nostre bellezze.
Incapacità, sottovalutazione o
cos’altro?
A me pare che l’Esposizione universale sia stata vista solo come un affare per
qualche azienda, non come un’opportunità per il turismo e la crescita dei territori. Si fanno
belle dichiarazioni, qualche tavolo più o meno significativo, ma zero di concreto.
Come si
sarebbe dovuta muovere una realtà come quella di Como?
Guardi, di per sé l’Expo è una fiera
campionaria allargata, un’enorme baraccone nazional
popolare. Serviva una buona dose di determinazione per costruire percorsi legati a questo
evento. Como avrebbe dovuto partire in anticipo e non porsi il problema solo a ridosso
dell’inaugurazione. A Dubai stanno già lavorando per la prossima Esposizione, e a Shanghai
il materiale promozionale era pronto cinque anni prima dell’apertura ufficiale.
Le responsabilità sono soltanto della politica?
L’impressione è che gli stessi cittadini non abbiano colto in pieno l’importanza di Expo, anche
per la rabbia suscitata dagli scandali di questi mesi.
La politica ha grosse responsabilità,
Matteo Renzi l’altro giorno durante la visita al sito di Expo ha fatto un bellissimo discorso, ma
era perfetto per l’Expo del 2030, torno su questo punto. Poi, certo, anche gli italiani non si
sono mobilitati, forse non ne sono capaci o semplicemente pensano che siamo un Paese
senza speranza.
Dobbiamo quindi attenderci un numero di visitatori inferiore alle attese?
Penso che i visitatori arriveranno in ogni caso. Il rischio è che poi si sposti a Como, o a
Firenze, solo una minima parte. D’altra parte non gli avete comunicato nulla, non mi risulta
che ci sia un piano per dire a queste persone: sappiate che noi possiamo offrirvi questo e
quest’altro, penso a capolavori come Sant’Abbondio e il Razionalismo. Se uno vive a migliaia
di chilometri dal vostro lago, deve fare le sue valutazioni prima di partire e organizzarsi per
tempo. Non che sia una consolazione, ma va detto che se Como ha un po’ dormito hanno fatto
lo stesso anche i rappresentanti del governo centrale.
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