False coop, preso un latitante
Si nascondeva in Romania

Bloccato dalla polizia romena, sarà estradato in Italia su richiesta del tribunale di Como. È sospettato di essere un prestanome

La settimana scorsa - ma la notizia è filtrata soltanto nelle ultime ore - è stato arrestato in Romania l’ultimo latitante dell’inchiesta ribattezzata “Nuovo mondo”, quella che all’inizio dello scorso mese di ottobre aveva condotto al fermo di 32 soggetti indagati per reati di natura tributaria e fiscale e che in città aveva fatto parecchio rumore (soprattutto in considerazione degli arresti eccellenti dei commercialisti Bruno De Benedetto e Paolo Lanzara).

In carcere, in Romania, è finito Mario Rattaggi, destinatario di un mandato di cattura europeo conseguenza dell’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Como Carlo Cecchetti su richiesta di Pasquale Addesso, il pubblico ministero titolare del fascicolo. L’indagine, lo ricordiamo ruotava attorno a una gigantesca “fabbrica” di false cooperative riconducibili alle figure di Massimiliano Ficarra, commercialista di Gioia Tauro (Rc), già tenutario di scritture contabili di società riferibili alla nota famiglia Piromalli, e Cesare Pravisano, ex funzionario di banca, suo braccio destro. Le accuse che la Procura muove nei confronti di Rattaggi sono analoghe a quelle mose nei confronti della gran parte degli indagati, sospettati di avere ricoperto il ruolo di prestanome. Detenuto in un carcere rumeno in attesa di essere estradato verso l’Italia, anche l’ultimo latitante è iscritto sul registro degli indagati per il fallimento di alcune cooperative, utilizzate come forzieri da svuotare di denaro contante.

La localizzazione e la cattura all’estero di Rattaggi si sono concretizzate all’esito di una lunga attività di ricerca svolta da personale della guardia di finanza e della polizia di Stato, anche mediante l’ausilio di presidi tecnici, ed è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della Polizia criminale, il cui personale ha operato, in territorio rumeno, in stretto raccordo con gli investigatori locali.

Sempre secondo le accuse mosse dalla guardia di finanza, ammonterebbe a oltre 13 milioni di euro il guadagno illecito finito nelle tasche dei capi dell’organizzazione, gente che in poco meno di una decina d’anni ha creato e fatto fallire sedici società, evitando sempre di pagare tasse, contributi e fornitori.

L’indagine è la stessa che aveva anche coinvolto il ristorante di via Lambertenghi “Pane e Tulipani”.

Rattaggi sarà ascoltato dal gip ed eventualmente dal pubblico ministero al momento del suo rientro in Italia.

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