Cronaca
Lunedì 01 Luglio 2013
Gallarate, alcol ed elemosine
Sono i clochard di via Borghi
Ormai da un paio d’anni frequentano il centro cittadino. La Polizia locali li conosce bene e così anche i gallaratesi che passano dalla zona pedonale
Ormai da un paio d’anni frequentano il centro cittadino. La Polizia locale li conosce bene e così anche i gallaratesi che passano dalla zona pedonale.
Si tratta di quei gruppi di clochard che hanno preso l’abitudine di chiedere la carità nel “salotto” gallaratese, alcuni anche accompagnati da cuccioli di cane. Alcuni arrivano la mattina presto con il treno, altri invece pernottano in città. Si incontrano fuori dalla stazione e si “organizzano” la giornata, che trascorrono in punti prefissati con cartelli e cappelli sperando di intercettare la solidarietà, e le monete, di qualche passante.
All’ora dell’aperitivo si danno di nuovo appuntamento in zona stazione. Non di fronte allo scalo, ma in quello spicchio di verde sotto i condomini al civico 3 di via Borghi, vicino a una fontana e a un cortile aperto di recente che porta su via Cavour.
«Noi li vediamo passare, ma quando arrivano verso le otto noi stiamo chiudendo - spiega la commessa di un negozio - ci capita di incontrarli nel fine settimana, sono persone molto tranquille, non invasivi, né rissosi». Eppure i residenti si lamentano di problemi legati al consumo di alcol. «Brilli? Purtroppo capita», ammette la giovane, «ma non è mai successo nulla: magari alzano la voce tra di loro. Io spesso chiudo da sola il negozio e non mi hanno mai importunata». Più problematica, invece, la convivenza con i titolari della vicina tabaccheria. «Io ci ho litigato, ho anche chiamato le forze dell’ordine che però mi dicono che non possono fare niente», spiega uno di loro. I problemi sono più d’uno.
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