![Villa Coccini, a Moltrasio, al centro di un complesso caso politico amministrativo Villa Coccini, a Moltrasio, al centro di un complesso caso politico amministrativo](https://storage.laprovinciadicomo.it/media/photologue/2013/7/1/photos/cache/i-fantasmi-di-villa-coccini-tutto-fermo-solo-degrado_7e64753c-e272-11e2-b70d-5c70136e0df6_v3_large_libera.jpg)
( foto pozzoni)
I fantasmi di Villa Coccini
Tutto fermo, solo degrado
Moltrasio, preoccupazione per il destino della vecchia casa a lago
Dibattito a giorni in consiglio dopo il ricorso al Tar di Italia nostra
Le erbacce, il degrado, il profondo stato di abbandono hanno raggiunto le parti nobili del giardino di villa “La Rotonda” già della famiglia Collini Coccini.
Sono le zone care alla signora Emma, scomparsa alcuni anni or sono, dove la padrona era solita accogliere gli ospiti a riparo di due ombrelloni e offrire un tè accompagnato da deliziosi biscottini appena sfornati.
Si intrecciano ricordi di signorile ospitalità, ma anche di grande generosità in quanto i ritrovi negli ultimi anni di vita la signora Collini, rimasta vedova nel 1989, li aveva dedicati agli anziani del paese.
La cessione della proprietà
Rimasta sola, senza figli, la signora Emma consigliata da alcuni fedeli amici tra i quali il pediatra Carlo Scaravelli e il commercialista Celestino Villa, aveva deciso di vendere la nuda proprietà della villa comprendente un esteso parco che sale fino a Sant’Agata e gli edifici minori annessi tra i quali una cantina dove il marito Gino custodiva bottiglie d’annata e di destinare il ricavato alla costituzione di un fondo collegato a quello della Comunità Comasca, tale da assicurare una rendita annuale da spendere per opere di bene a esclusivo vantaggio degli anziani di Moltrasio.
L’operazione era avvenuta con acquisizione di un milione e 100mila euro che la Comunità comasca aveva raddoppiato e da quel momento era cominciata l’erogazione dei contributi annuali. Acquirente era stato l’operatore finanziario Roberto Dal Mas che già possedeva un villino a lago e la signora Emma aveva abitato la villa fino alla morte dopo di che la disponibilità del bene era passata a pieno titolo al Dal Mas.
«Un degrado che offende»
Tutto era andato nel migliore dei modi fin che non era subentrato il proposito, sancito in un piano di recupero, di abbattere la villa e costruire un condominio di cinque piani. Era stato costituito un comitato contrario all’operazione poi tradotto davanti al notaio in una associazione. Da qui il ricorso al Tar patrocinato da Italia Nostra e l’affermazione dei principi di salvaguardia dell’immobile da parte della giustizia amministrativa. Il seguito della sentenza, purtroppo sta sotto gli occhi di tutti con sgomento, dolore e soprattutto indignazione di molti moltrasini.
È vero che da una parte è stato posto un sigillo sulla demolizione dell’immobile con costruzione del condominio di lusso, ma è stato aperto un problema d’immagine in merito al quale, tra non molto, è atteso un dibattito in consiglio comunale.
Secondo il presidente dell’associazione Maurizio Veronelli e la consigliera comunale Rossella Scoccimarro «il signor Dal Mas nell’ambito della sua proprietà sarebbe libero di agire come meglio crede, ma a quella villa sono legate tante memorie, la gente di Moltrasio mantiene sentimenti di riconoscenza verso la ex padrona, quel degrado quindi offende la collettività». n
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