I medici: «Il virus ritorna
Dobbiamo prepararci»

Niente allarmismi ma il numero dei ricoveri conferma una ritrovata “vitalità” dell’epidemia

L’andamento dell’epidemia, pur senza voler creare allarmismi, non è troppo confortante. Di sicuro nei paesi vicini, Parigi è zona scarlatta, Madrid chiede l’invio dell’esercito. Ma anche l’Italia attende una risalita dei contagi e i ricoveri, pur di poco, aumentano.

Il reparto di malattie infettive del Sant’Anna, pur avendo in dotazione soltanto 15 letti, è tornato a riempirsi di malati attaccati al ventilatore.

Per questo le autorità sanitarie cittadine lanciano un appello. Semplice, che tocca la quotidianità di ciascuno di noi. «In attesa di vaccini e cure, non sapendo esattamente cosa accadrà, siamo chiamati alla responsabilità - dice Gianluigi Spata, il presidente dell’Ordine dei medici di Como -, per tutelare non solo la nostra salute, ma anche quella del nostro prossimo. Ci vuole prudenza, rispetto e senso civico. Dobbiamo attenerci alle solite norme e mettere in pratica i tre ormai famosi pilastri. Mascherina, distanza e igiene delle mani. Spetta poi alle istituzioni riuscire a individuare subito i positivi e ad attuare le misure di isolamento. Servono tamponi ed esiti rapidi».

Casi in aumento con il freddo

Medicina di prevenzione e medicina del territorio, non sempre la macchina si è dimostrata impeccabile purtroppo. «Siamo in una fase molto delicata di ripresa dell’infezione perché i contagi anche se in maniera abbastanza contenuta, aumentano - osserva Luigi Pusterla, primario di malattie infettive dell’ospedale Sant’Anna -. Per questo dobbiamo impegnarci a rispettare le prescrizioni, mantenere il distanziamento sociale, utilizzare le mascherine e lavare, quasi ossessivamente direi, le mani». Senza paura è l’unica strada sicura per difenderci. «È fondamentale – spiega Claudio Zanon, direttore sanitario del Valduce –. Altrove l’epidemia corre di nuovo veloce, questo non deve fare abbassare la guardia come successo d’estate ai lombardi e ai comaschi, ma anzi dovrebbe servire come sprone a mantenere la giusta distanza, le mani pulite e la mascherina sulla bocca e sul naso».

L’estate ha reso il contagio meno probabile. Il caldo secca le goccioline in cui alberga il virus. Ora con l’autunno e i virus influenzali pronti a tornare in azione le misure anti contagio secondo medici e scienziati devono essere più accorte. Nella speranza che la sintomatologia Covid nella stagione fredda non sia crudele.

Una mascherina al giorno

A proposito di mascherine quindi bisogna conservarle bene, non abbandonarle dove capita per poi rimetterle. Le mascherine chirurgiche peraltro sono monouso e vanno cambiate. Almeno dopo una giornata di lavoro, dopo essere tornati da scuola. E a scuola di mascherine ne sono arrivate davvero tante. Governo e protezione civile hanno consegnato forniture per circa 750mila pezzi agli istituti scolastici della nostra provincia. Solo in città 377mila mascherine sono arrivate agli alunni e agli insegnanti del pubblico e del privato. Al Setificio 24mila, nel comprensivo Como centro come al Giovio 21mila, altre 20mila al Caio Plinio, 18mila alla Magistri. Il dato risale al 16 di settembre, ma è in continuo aggiornamento per l’arrivo di nuovi pacchi.

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