I morti per il coronavirus sono saliti a 18
Tra le vittime ci sono altri due medici

Sette i decessi tra sabato e domenica sul Lario, altri trenta i positivi al tampone, primo caso a Cernobbio. L’ospedale Sant’Anna piange l’ex primario del reparto di Pneumologia Raffaele Giura

Cattive notizie dal fronte: tra sabato e ieri all’ospedale Sant’Anna sono mancati sette pazienti affetti da broncopolmonite bilaterale interstiziale, la maledetta malattia provocata dal coronavirus.

Il numero dei decessi all’ospedale di San Fermo sale così a quota 22 dall’inizio dell’emergenza. Quattro dei 22 provenivano da Comuni esterni alla provincia di Como, anche se in qualche caso molto vicini, come nel caso della scomparsa di un pensionato di Rogeno, comune lecchese al confine con Merone.

Il dato dei morti è in linea con quello lombardo: mai, prima di ieri, s’era registrato un numero tanto alto di vittime a livello regionale, 252 in una sola giornata (sabato erano stati “soltanto” 76, il picco precedente si era registrato mercoledì 11, con 149 morti).

Il numero dei pazienti positivi in provincia è cresciuto intanto di una trentina di unità, in linea con i dati di incremento degli ultimi giorni: ieri sera erano 184 (da segnalare, ai fini puramente statistici, il primo positivo nel Comune finora immune di Cernobbio), stesso dato di Varese, mentre sono 344 a Lecco, 339 a Monza e 45 a Sondrio, fanalino di coda in questa orrenda classifica. A Bergamo (3.416 contagiati) si combatte, a Lodi, a Cremona si combatte con una forza e una determinazione che, quando tutto sarà finito, dovranno per forza restare scritti nella storia di questi luoghi e di questa terra, e lo saranno. Pagano un tributo altissimo anche i medici: ce ne sono di ricoverati, di isolati, ce ne sono di morti, ieri altri due, tra cui Raffaele Giura, 80 anni, già primario del reparto di Pneumologia dell’ospedale Sant’Anna

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