Il grazie dell’Abruzzo
ai lettori de “La Provincia”
«Commossi da tanta generosità»

È pronto il centro di aggregazione costruito con i fondi raccolti da “La Provincia”. Ma a sei anni e mezzo dal terremoto il paese di Poggio Picenze fatica a tornare alla normalità

È il volto più bello dell’Italia, quello mostrato dai lettori de La Provincia. Che, quando sei anni e mezzo fa la terra ha tremato in Abruzzo seminando macerie e vittime, hanno risposto presente all’appello lanciato dai nostri quotidiani in una gara di solidarietà i cui frutti si potranno finalmente apprezzare martedì prossimo. Un volto capace di commuovere chi, ancora oggi, nella zona de L’Aquila, convive con le conseguenze del terremoto del 6 aprile 2009.

«Penso di parlare a nome di tutti i miei concittadini - commenta Antonello Gialloreto, sindaco di Poggio Picenze, centro di poco più di mille anime a una ventina di chilometri da L’Aquila - quando dico che nessuno di noi si aspettava una gara di solidarietà di questo tipo. La generosità dei vostri lettori ci ha commosso. E ci ha aiutato a continuare a sperare, anche nei momenti più difficili».

Antonello Gialloreto è diventato sindaco di Poggio la scorsa primavera. Ereditando così, dalla passata amministrazione, il progetto Poggio, ovvero la nascita di un nuovo centro di aggregazione per giovani e anziani che sarà ufficialmente inaugurato martedì. Finanziato grazie alla generosità dei lettori de La Provincia di Como, di Lecco e di Sondrio, con il contributo essenziale dell’Associazione Nazionale Cantanti.

«Lo abbiamo atteso con ansia - prosegue ancora il sindaco, riferendosi al centro - La gente è contenta, la struttura piace moltissimo: piace dal punto di vista architettonico e piace l’idea di destinarlo come punto di aggregazione sia per i nonni che per i nipoti. Dopotutto la zona dov’è sorto è vicino sia al bocciodromo che al campo di calcio: il centro diventerà un luogo d’incontro vitale per Poggio».

Il paesino abruzzese, prima del sisma, aveva un “Miniclub”, un centro dove i giovani di Poggio Picenze si ritrovavano: «Si trovava nella zona storica, quella più colpita dal terremoto e che, ancora oggi, è ridotta un cumulo di macerie».

Sembra incredibile, ma la burocrazia, le tante promesse fatte e mai mantenute, gli ostacoli hanno di fatto congelato ampie fette d’Abruzzo, lasciandole alle 3.32 di quella maledetta notte di primavera, sei anni e mezzo fa.

Ancora il sindaco: «Il centro è ancora così, com’era subito dopo il sisma. La chiesa è ancora gravemente lesionata. La scuola elementare è inagibile ancora oggi. Tantissime persone vivono ancora nei moduli abitativi provvisori. Nel gennaio 2010 circa 120 famiglie di Poggio hanno lasciato le tende per i cosiddetti Map. Da allora soltanto una decina di famiglie ha potuto far rientro a casa».

Un quadro in bianco e nero, colorato qua e là dalla generosità degli italiani. «Per noi un aiuto importantissimo - conclude il sindaco - Ci aspettavamo una mano, ma non immaginavamo una simile gara di solidarietà. Grazie!».

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