Il papà che cerca la figlia
«Lo capisco, l’ho provato anch’io»

Parla Patrizia Gobbi, di Delebio, mamma del quindicenne annegato nel lago nel 2007

Sondrio

Impossibile non rimanere colpiti, non commuoversi davanti agli sforzi del padre di Hafsa, la quindicenne inghiottita dalle acque dell’Adda nel pomeriggio di martedì primo settembre. Da solo, nei giorni scorsi, l’uomo ha percorso le rive del fiume e, come testimoniato da un video circolato su Facebook, si è addirittura addentrato nelle acque, camminando e nuotando per cercare di ritrovare il corpo della figlia.

«Non può continuare così. Se non ha i mezzi e gli strumenti idonei, rischia di mettersi in pericolo». A parlare è Patrizia Gobbi, di Delebio, mamma di Claudio Brunetti, che a 15 anni - la stessa età di Hafsa - sparì nelle acque del lago di Como il 12 luglio del 2007, mentre si era spinto al largo di Piona su un canotto, assieme a un amico. «Capisco cosa stia vivendo quel padre - prosegue Gobbi -, perché è quanto io stessa ho vissuto in prima persona quando il corpo di mio figlio non veniva trovato. In quei momenti sai già quale sia l’epilogo, ma vuoi che ti venga riportato il corpo, per cominciare almeno a vivere un lutto che non si finisce mai di elaborare, perché non è giusto perdere un figlio a quell’età».

Fondatrice e presidente dell’associazione Amici di Claudio, che dal 2008 si impegna a reperire i fondi necessari per sostenere le attività di salvamento sulle rive del lago di Como, Patrizia Gobbi esprime solidarietà nei confronti della famiglia di Hafsa.

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