Erba, il Pd attacca su Mussolini
«Vergogna, è cittadino onorario»
In consiglio comunale una mozione per revocare il titolo attribuito nel 1924. La replica del sindaco Tili: «Richiesta pretestuosa, sarebbe meglio guardare avanti»
Benito Mussolini è cittadino onorario di Erba. Lo si scopre scorrendo l’archivio storico delle delibere del Comune. La segnalazione è stata fatta al gruppo consiliare del Pd, che ora chiede di revocare quel titolo onorifico al dittatore fascista. La proposta di delibera verrà depositata a Palazzo Majnoni in vista del prossimo consiglio comunale. Nel mirino ci sono tre onorificenze approvate nel maggio del 1924 da parte dei Comuni allora autonomi di Erba-Incino, Arcellasco e Buccinigo.
«Queste cittadinanze - osserva il capogruppo del Pd Michele Spagnuolo - sono in contraddizione con l’immagine di Giancarlo Puecher che campeggia nella sala consiliare. Ecco perché chiederemo che quell’onorificenza venga cancellata». Spagnuolo ne fa una questione di legalità: «La Costituzione è dichiaratamente antifascista, vieta l’apologia di quel regime. La cittadinanza onoraria è in contrasto con questi principi».
La città di Puecher
Per il capogruppo del Pd, insomma, «l’annullamento dell’onorificenza dovrebbe essere una presa d’atto da parte del consiglio comunale. È nella storia. La cittadinanza onoraria è stata conferita nel 1924, quando il volto peggiore del fascismo non si era ancora mostrato. Oggi sappiamo che cosa ha rappresentato per gli italiani».
Il primo Comune ad assegnare l’onorificenza fu Erba-Incino, il 16 maggio 1924, seguito da Arcellasco (22 maggio) e Buccinigo (26 maggio). Il titolo della delibera è sempre lo stesso: “Conferimento della cittadinanza onoraria a S.E. Benito Mussolini”. E se nel caso di Erba-Incino la richiesta viene da «centinaia di cittadini appartenenti a diverse classi sociali e a varie gradazioni politiche», nel caso di Buccinigo la richiesta è avanzata da «tutti i cittadini».
A decidere, sottolinea il sindaco Marcella Tili, «sarà il consiglio comunale. Ma se volete il mio parere personale, invito i consiglieri di minoranza a occuparsi di questioni meno pretestuose». Ma l’invito è anche a non riaprire vecchie ferite: «Io vengo da una famiglia molto lontana dall’ideologia fascista. Ma credo che a novant’anni di distanza da quella cittadinanza onoraria sarebbe il caso di guardare avanti e cercare la pacificazione».
La storia, per la Tili, ha dato un giudizio chiaro sul fascismo. «Perché - chiede - dopo tutto questo tempo il Pd non riesce ad avere un po’ di pietà anche per chi è morto dopo essersi schierato dall’altra parte? Nessuno mette in dubbio le colpe del regime. Ma andare a togliere la cittadinanza è come affondare il dito nella piaga di una storia dolorosa che ha diviso il paese».
«Non si può cancellare la storia»
Così la pensa anche il consigliere del Pdl Paolo Farano, il quale - la scorsa estate - chiese di intitolare una via della città al podestà Alberto Airoldi. «Sono due casi diversi - precisa - in quel caso si parlava di un uomo che ha dato tanto a Erba ed è stato assolto dalla storia. Che il regime fascista abbia avuto molte colpe nessuno lo mette in dubbio, ma per quanto mi riguarda lascerei le cose come stanno». L’iniziativa del Pd, per Farano, è pretestuosa: «Sembra fatta apposta per aprire vecchie ferite. Da quelle delibere è passato quasi un secolo, guardiamo avanti».
L’argomento non scalda Erica Rivolta, capogruppo della Lega Nord. «Io vengo da una famiglia con salde radici antifasciste. Ma davvero dobbiamo occuparci di una storia che risale al 1924? Penso sia ora di smetterla di dividersi sul passato. Anche la stazione centrale di Milano è stata costruita di fascisti: non possiamo cancellare solo una parte della storia con un tratto di penna».
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