Il Pd si spacca su sindaco e segretario

Non tutti sono favorevoli a un Lucini bis. Sul successore di Savina Marelli battaglia tra i gruppi di Braga (pro Gagliardi) e Luca Gaffuri (l’ipotesi è Fanetti)

Si scatena il classico dibattito post elezioni e il Pd si divide - immancabilmente - sull’analisi del voto. «Abbiamo vinto». «Abbiamo perso». «Non abbiamo né vinto né perso».

Più interessante, almeno a queste latitudini, la spaccatura su altri temi: il prossimo sindaco di Como e il prossimo segretario del partito. Il numero uno provinciale verrà scelto a breve, mentre per le amministrative bisogna attendere quasi due anni, eppure è bastato dar conto - ieri - delle prime manovre nella politica cittadina in vista delle elezioni 2017, per scatenare reazioni. Insieme ai commenti, è arrivata la conferma dei contrasti tra le diverse anime “dem”: c’è un gruppo più possibilista su un bis di Mario Lucini (a patto che la questione paratie si sblocchi), ne fanno parte tra gli altri il consigliere regionale Luca Gaffuri e il segretario cittadino Stefano Fanetti, mentre sono freddi sull'ipotesi della ricandidatura i renziani vicini al gruppo della Lariopolda, in primis la deputata Chiara Braga e i consiglieri più critici a Palazzo Cernezzi (pronti tra l’altro a dare un segnale in tal senso in aula, schierandosi contro l’aumento della tassa rifiuti).

Proprio il successo della convention che si è tenuta il mese scorso a Lariofiere ha ridato corpo a uno scenario suggestivo, quello del “listone” trasversale, capace di tenere insieme anche pezzi del mondo moderato (Ncd, Cielle, forzisti) e pronto a correre con un candidato unitario.

Intanto, come sempre in questi casi, ufficialmente restano tutti coperti e allineati, visto che le urne sono ancora lontane. E così ecco il messaggio dell’assessore Lorenzo Spallino, dato come papabile per il centrosinistra nel caso di un passo indietro di Lucini («no alternative», ha twittato ieri) e quello firmato da Salvatore Amura, ambizioso e fresco di tessera Pd («suggestive ipotesi» scrive, ma aggiunge: «per il 2017 vedo solo Mario Lucini»).

Accesa, dicevamo, anche la sfida per la segreteria provinciale. Savina Marelli, nominata assessore da Lucini alla fine dell’anno scorso, dovrebbe lasciare la guida del partito - è al secondo mandato - entro pochi mesi. E sono le stesse due anime a contendersi la segreteria: da un lato c’è la candidatura di Riccardo Gagliardi, attuale vicesegretario, che è uscito allo scoperto proprio con un’intervista a La Provincia ed è sponsorizzato da Chiara Braga, dall’altra parte inizia a prendere corpo l’ipotesi di una “promozione” di Fanetti, non sgradito a Luca Gaffuri (nome ancora importante sul nostro territorio, sebbene non certo in ascesa mediaticamente, complice l’indagine in corso sui rimborsi in Regione e l’addio al Parlamento del suo referente politico Enrico Letta).

I profili di Gagliardi e Fanetti hanno tuttavia un limite: dividono invece di unire, potrebbero ottenere un buon numero di voti in assemblea provinciale ma di fatto sancirebbero una sanguinosa spaccatura tra i Democratici. E pare proprio che il segretario regionale Alessandro Alfieri continui a chiedere un nome condiviso. Un “mister X” che, per ora, non c’è. Ne vedremo delle belle, nel partito. E nel palazzo, dato che Lucini non sembra intenzionato a sciogliere le riserve sull’eventuale ricandidatura prima dell’anno prossimo.

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