Il quizzone passa
«Quesiti difficili
ma erano attesi»

Problemi solo con matematica: «Una strage»

«I prof controllavano come i vigili urbani»

Anche la terza prova è andata, gli studenti comaschi non sembrano disperarsi, con il quizzone hanno dimostrato la loro reale preparazione.

Domani al via gli orali

Ieri mattina si è tenuta la terza e ultima prova scritta della maturità 2014 per 3765, da domani si parte con i colloqui orali. «Le domande non erano facili, ma ce le aspettavamo – racconta Erminia Piscitelli appena terminato l’esame al Caio Plinio – riguardavano argomenti importanti. Nella nostra classe sono uscite matematica, finanze, informatica e inglese. Per ogni materia dovevamo rispondere in quindici righe a tre domande».

La terza prova, ribattezzata quizzone, può comprendere massimo cinque materie, la tipologia è varia, le domande possono essere a risposta breve, multipla, più discorsiva, le singole commissioni stabiliscono i termini dell’esame. «I professori sono stati clementi – dice Gabriele Monti, altro maturando dell’istituto di via Italia libera – le domande erano generali, abbordabili. Qualche aiuto è arrivato». Indicazioni se non suggerimenti, secondo gli studenti, sono arrivati con generosità dai docenti, magari interni. Al contrario sempre gli studenti raccontano che i loro professori sono stati intransigenti a riguardo di bigliettini e smartphone, tutti i telefoni dovevano essere consegnati in cattedra, pena la bocciatura. Con un rischio così alto nessuno se l’è sentita di navigare di nascosto. Secondo il maturando del Caio Plinio Luca Banfi: «Non vale la pena tenere il telefono in tasca e rischiare la bocciatura. Per la terza prova devi aver studiato davvero tutto l’anno, le materie sono tante e i programmi sono vasti. Qui si dimostra il vero grado di preparazione».

Niente trucchi allora, anche secondo Federico Frigerio, studente al Gallio: «Impossibile, i commissari d’esame passano tutto il tempo tra i banchi. C’è tanto controllo. Comunque io temevo peggio, da noi hanno scelto storia, fisica, arte e latino». Gli fa eco Angelica Previero dal liceo Volta: «Sulla cattedra c’era una montagna di telefonini. I professori controllavano tutti come vigili urbani».

Al classico si è arrivati a scegliere anche cinque materie, sapere tutto corrisponde in pratica allo scibile umano. «Latino, inglese, scienze, filosofia e matematica – elenca Teo Fagalde Robinson uscito dal liceo di via Cesare Cantù – si è vero, cinque materie sono tante, le domande sono secche, da noi erano otto righe per ogni risposta. O hai studiato durante l’anno o niente, nell’ultimo mese puoi valutare cosa ripassare e su cosa concentrarti».

Gli studenti non considerano il test aleatorio e ingiusto, anzi ammettono che la terza prova torchia le loro conoscenze. «Mandare a memoria interi programmi è impossibile – commenta il voltiano Riccardo Valsecchi – però le commissioni non hanno scelto domande troppo dettagliate». Non per tutti la terza prova è filata liscia, ecco le reazioni fuori dal liceo Teresa Ciceri. «Matematica è stata una strage – dice Alice Maesani – qualcuno l’ha consegnata in bianco. Noi avevamo anche filosofia e due delle tre lingue di insegnamento».

Matematica, bestia nera

La sua compagna, Roberta Sorso, aggiunge: «Pace, è andata. Certo il nostro commissario di matematica è un docente dello scientifico. Nel linguistico, ma anche in scienze umane e pedagogia, la preparazione matematica non è così ferrea». La solita bestia nera la matematica. «Ogni anno uccide più di un serial killer – scherza Chiara Beatrice Muscolino, maturanda del Pessina – però siamo sopravvissuti. E mercoledì sotto con gli orali». n

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