Il ragazzo di Cermenate intercettato
«Pronto alla guerra in Siria con l’Isis»

Ecco i passaggi delle telefonate che lo hanno portato a essere un sorvegliato speciale. Lo studente della Leonardo, di appena 18 anni, voleva partire per unirsi alla “Jihad”

«Frà, ti volevo dire che per me l’hur (cioè il paradiso dei martiri, ndr) è tutto... Tu sei l’unico di cui mi posso fidare per questa cosa... Inshallah dopo settembre».

È uno dei passaggi contenuti nelle carte dell’indagine che nei giorni scorsi aveva portato all’identificazione e all’arresto di due reclutatori dell’Isis, ed è la trascrizione di un colloquio via chat intercorso tra il giovane di origini tunisine di Cermenate sottoposto a regime di sorveglianza speciale e Elvis Elezi, uno dei due cacciatori di “talenti” finiti nel mirino dell’antiterrorismo.

Ieri, a La Provincia, lo studente dell’istituto Da Vinci di Como, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni (ora ne ha 18), aveva assicurato di essere non solo «estraneo» ma anche «del tutto contrario all’Isis», chiedendo anche scusa alla Repubblica italiana «per quello che è successo».

Merita il beneficio del dubbio, ma il contenuto dei colloqui registrati dalla polizia non depone del tutto a favore dell’idea che si sia trattato semplicemente di un clamoroso equivoco. Di lui, Elezi parla nel febbraio del 2013 con un altro suo contatto; «Allora, ho chiesto ed è sicuro». «Va da solo?» «Credo di sì, al massimo di riunirà con qualcuno che sa come direzionarsi. Ho provato a chiedere ad Anas (Anas El Abboubi, l’altro foreign fighters partito alla volta della Siria dalla provincia di Brescia, ndr) ma non risponde». «Quanti anni ha?». «È minorenne». «Caspita, se è minorenne complica la cosa... Se deve prendere un aereo o passare da un paese all’altro possono bloccarlo... E deve avere anche il permesso dei genitori».

Il servizio su “La Provincia” di sabato 28 marzo 2015

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