Cronaca
Lunedì 26 Settembre 2022
La destra ha vinto con il 44%: Giorgia Meloni probabilmente formerà il nuovo governo e Letta lascerà la guida del PD
Elezioni politiche 2022 Una vittoria per la destra, mentre l’Italia perde sempre più elettori: l’affluenza quest’anno è stata solo del 64%. Oltre ai trionfanti, ci sono anche gli esclusi dal Parlamento e chi, di fronte ai risultati emersi dai seggi, decide di fare un passo indietro
I partiti di destra, trainati dal successo nazionale di Fratelli d’Italia, ha vinto le elezioni politiche attestandosi sul 44% dei consensi. Il partito di Giorgia Meloni infatti ha preso il 26% dei voti che si sommano al 9% della Lega (scesa significativamente rispetto ai consensi raccolti nel 2018) e all’8% di Forza Italia, partito a sua volta in declino. La coalizione di destra insomma avrà la maggioranza in Parlamento, ma con qualche scarto rispetto alle rosee previsioni della campagna elettorale, secondo le quali sarebbe stata ipotizzabile una maggioranza pari ai due terzi del Parlamento.
Il centrodestra è la prima coalizione nella stragrande maggioranza dei comuni, da Nord a Sud. Uniche eccezioni: le zone rosse in Toscana e Emilia-Romagna e alcune roccaforti del M5S nel Sud (oltre ad Alto Adige e Val d'Aosta).#MaratonaYouTrend#ElezioniPolitiche2022 pic.twitter.com/y9Qgt0rxUz
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Il centrosinistra sconfitto e la ritirata di Letta
Ma tanto è bastato per schiacciare la coalizione di sinistra che ha raccolto complessivamente il 26,13% dei voti, con il Partito Democratico sceso sotto al 20% (si è attestato sul 19%): questo risultato ha portato nelle ultime ore Enrico Letta, segretario del principale partito di centro sinistra, ad annunciare che non si ricandiderà alla guida del Pd. «Io ero tornato lo scorso 14 marzo per tenere unito il PD e salvarlo dalla disgregazione, e per preparare una prossima legislatura in cui vincessero i valori progressisti. Il primo risultato è raggiunto ha detto Letta, spiegando che - il PD è la prima forza di opposizione e lavorerà per costruire in prospettiva quello che non è stato possibile questa volta: i numeri dimostrano che l’unico modo era fare il “campo largo”, noi ci abbiamo provato ma non è stato possibile». Il prossimo segretario del partito verrà scelto nel corso di un congresso inizialmente programmato per marzo ma che con ogni probabilità verrà anticipato nei prossimi mesi.
Le altre forze politiche in corsa - Movimento 5 Stelle e Terzo Polo - hanno sorpreso gli osservatori in due direzioni opposte: da un lato la rimonta del partito di Giuseppe Conte, che con i voti di ieri ha ottenuto il 15% dei consensi, dall’altra un risultato sotto la doppia cifra per la lista guidata da Carlo Calenda e comprendente anche Italia Viva, di Matteo Renzi.
L’affluenza mai così bassa
C’è ancora un dato però che merita di essere preso in seria considerazione però: quella di ieri è stata la giornata elettorale che ha registrato la più bassa affluenza nella storia repubblicana.
Il dado è tratto, insomma, anche se ci sono ancora diverse informazioni da recuperare per avere un quadro complessivo della situazione politica in cui, da oggi in avanti, verserà l’Italia. Gli scrutini infatti sono quasi finiti, ma ancora non si ha l’elenco definitivo dei parlamentari eletti. Già sappiamo chi però resterà fuori dai giochi di Roma nella prossima legislatura: Luigi di Maio, il cui Impegno Civico non ha raggiunto il 3% (la soglia necessaria a ottenere seggi nei collegi plurinominali), mentre lui stesso è stato sconfitto al collegio uninominale alla Camera di Napoli Fuorigrotta da Sergio Costa, del Movimento 5 Stelle.
Stessa situazione per Emma Bonino: +Europa si è fermata sotto la soglia del 3% e Bonino stessa ha perso la sua corsa al seggio uninominale di Roma Centro per il Senato, vinto dalla candidata di centrodestra Lavinia Mennuni.
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