Cronaca
Sabato 01 Ottobre 2022
La nube di metano dal Nord Stream si sta espandendo e potrebbe raggiungere l’Italia
Video La fuga del gas serra dai gasdotti sta preoccupando diversi climatologi: la nube potrebbe raggiungere i Balcani e alcune regioni italiane. Non è nociva per l’uomo, ma per il clima sì
Sulle ragioni della fuga di gas dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel mar Baltico ancora non è stato fatto il punto: incidente o sabotaggio? I due gasdotti sono stati costruiti per il trasporto del gas naturale dalla Russia all’Europa, non sono attualmente in uso ma sono comunque pieni di gas e al momento si ipotizza che l’origine delle perdite sia da ricondurre a un sabotaggio operato dalla Russia per fare pressione sui governi europei, a seguito delle sanzioni imposte al paese che ha invaso l’Ucraina. Come detto però non ci sono ancora prove che dimostrino che quello cui stiamo assistendo possa essere qualcosa più di un incidente.
Paura per gli effetti sul clima
Quello che si sa con certezza è che le bolle che salgono sulla superficie del mare liberano nell’aria una quantità di metano tale da formare una nube di grandi dimensioni, in spostamento sopra l’Europa del Nord. Da qualche giorno infatti i meteorologi sono stati invitati a studiare il cielo con attenzione maggiore rispetto al solito perché il timore è che quella nube di gas dannoso possa arrivare anche sui Balcani e su alcune regioni italiane. Infatti, il metano è uno di quei gas serra responsabili della formazione del cosiddetto buco nell’ozono, causa di numerosi cambiamenti climatici cui stiamo assistendo da ormai qualche tempo. Anzi, è addirittura più dannoso della CO2 (80 volte tanto per la precisione)
I gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 sono stati costruiti per portare il gas naturale russo in Europa passando sotto il mar Baltico. Le perdite sono state identificate grazie ad alcuni cali di pressione, ma martedì sono diventate abbastanza evidenti da essere visibili dall’alto: l’aviazione danese ha ripreso un’area da cui uscivano le bolle dal diametro di circa 700 metri. La principale ipotesi sull’origine delle perdite è che siano state causate dalla Russia per fare pressioni sui governi europei che le hanno imposto sanzioni per l’invasione dell’Ucraina, ma per ora non ci sono prove.
La simulazione dell’istituto di ricerca norvegese
La possibile evoluzione dei suoi movimenti nella giornata di oggi può essere osservata in questo video che ne simula lo spostamento, in base ai dati raccolti da Nilu (Istituto norvegese di ricerca sull’aria) e da Icos (Integrated Carbon Observation System).
Nube di metano dal Nord Stream.
Il pericolo non è per le persone, ma piuttosto per il clima: si tratta infatti del più pericoloso rilascio di metano dannoso mai registrato. Infatti, secondo i calcoli di Stephen Matthew Platt, scienziato del clima presso l’istituto norvegese di ricerca sull’aria Nilu sopra citato, si sta parlando di circa 40.000 tonnellate di metano. La simulazione non mostra la nuvola di gas totale, ma solo la parte di vicina alla superficie. Attualmente la speranza è che entro l’inizio della prossima settimana - lunedì o martedì - i tubi si svuotino di gas.
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