Cronaca / Como città
Mercoledì 03 Luglio 2013
La Regione non paga,
niente tuffi a Como
Il primo bacino resta molto inquinato, eppure c’è un progetto del Centro Volta fermo da anni. Soldi da Comune, Provincia, Camera di commercio e Fondazione Cariplo, manca la Regione
Tre punti fortemente inquinati, due inquinati e altrettanti entro i limiti di legge.
È la fotografia delle acque del Lario nei cinque punti rilevati dalla “Goletta dei laghi di Legambiente”. Nel dettaglio sono risultati fortemente inquinati i prelievi fatti a Como, sul canale del depuratore nella zona del mausoleo Volta, alla foce del Breggia a Cernobbio e a Lezzeno.
La situazione del primo bacino è drammatica. Eppure c’è un progetto per renderlo balneabile nell’arco di cinque anni. Lo stesso sindaco Mario Lucini aveva dichiarato che raggiungere la balneabilità «sarebbe una svolta epocale per la nostra città e in particolare per il turismo. Speriamo che possa essere realizzabile, visto che il sistema Pumping System è già stato sperimentato con successo».
Il progetto era nato dal Centro Volta ed era stato collaudato nell’ottobre del 2006. Comune, Provincia e Camera di commercio hanno investito 250mila euro a testa, mentre Fondazione Cariplo ha garantito 500mila euro. Un totale di un milione e 250mila euro. Tutto si è bloccato, però, nel 2010, quando la Regione ha fatto sparire il Pumping System dall’elenco delle priorità, cancellando dalla programmazione la frase «completare il progetto». Il Pirellone avrebbe dovuto mettere sul piatto circa 800mila euro, ma non l’ha fatto. E proprio per questa ragione il progetto di risanamento del Lario è rimasto bloccato negli ultimi tre anni.
Il tema verrà riportato a breve sul tavolo della Regione (che però fa già sapere di essere contraria se non verranno fatti interventi sostanziali sulle fognature) e a porre la questione sarà direttamente il sindaco nelle prossime settimane.
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