Cronaca / Como città
Martedì 30 Dicembre 2014
La Regione salva le Province
Confermate quasi tutte le funzioni
A Milano passano soltanto le competenze su agricoltura, foreste, caccia e pesca
La Giunta regionale della Lombardia ha approvato il progetto di legge di riforma del sistema delle autonomie in attuazione della Legge Delrio. Il testo, che ora viene mandato al Consiglio regionale, dispone il riordino delle funzioni conferite alle Province.
«Abbiamo deciso - ha spiegato il presidente Roberto Maroni - di seguire il principio di confermare le competenze attribuite alle Province, con alcune eccezioni: Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca vengono ritrasferite alla Regione. Questo vale per tutte le Province, salvo che per la Città metropolitana di Milano e la Provincia di Sondrio». Il progetto di legge, ha sottolineato il presidente lombardo, «tiene conto della specificità dei territori». «La Città metropolitana di Milano - ha approfondito - esercita tutte le funzioni già conferite alla Provincia di Milano (comprese quelle in Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca) e ulteriori funzioni rispetto a quelle fondamentali previste dalla Legge Delrio, perché questo nuovo Ente è qualcosa di molto diverso dalle nuove Province».
L’altra eccezione riguarda la Provincia di Sondrio, una delle tre Province italiane, l’unica in Lombardia, riconosciute come “Province montane”. Come Regione - ha evidenziato Maroni - abbiamo voluto riconoscere questa specificità, aggiungendo ’forme particolari di autonomià e conferendo funzioni ulteriori rispetto a quelle fondamentali e un aumento progressivo della disponibilità finanziaria».
Maroni non ha nascosto che il prossimo anno «sarà molto difficile per le Province, a causa dei tagli del Governo, in particolare per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e l’edilizia scolastica, competenze esclusive delle Province, che la Regione, anche volendo, non potrà continuare a finanziare». Il Presidente lombardo ha anche ricordato che sulle nuove Province «pende pure la spada di Damocle della Riforma del Titolo V della Costituzione, che ne prevede la cancellazione. Si tratta dunque di un livello istituzionale che si trova in una sorta di ’limbò e anche per questo non abbiamo voluto modificare, salvo due eccezioni, le competenze attuali».
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