Cronaca / Como città
Mercoledì 15 Gennaio 2014
La serra venduta come una casa
Margheritis condannato per truffa
La casa sulla collina di Psyco, quella con vista sul motel Bates, regalerebbe meno notti da incubo all’architetto comasco Mario Margheritis di quanto non stia facendo Villa Eros, incantevole dimora dell’Ottocento inserita nel parco regionale della Spina Verde.
L’intervento di ristrutturazione e recupero dell’affascinante dimora di Cardano, infatti, ha catapultato il suo progettista in una telenovela giudiziaria apparentemente senza fine. Telenovela che si è arricchita di una nuova puntata: la condanna a 6 mesi per truffa - senza condizionale - per il noto professionista comasco.
Le accuse
Il giudice Gian Luca Ortore ha sostanzialmente accolto le accuse della Procura, che aveva contestato a Margheritis la truffa per aver convinto un acquirente a comprare una serra annessa a Villa Eros assicurando che l’immobile avrebbe agevolmente ottenuto dal Comune il cambio di destinazione d’uso, da “serra” ad “abitazione”.
Cosa che, in realtà, non è mai avvenuta. Anche perché, ha sostenuto la Procura, sarebbe esistito un vincolo che vietava di mutare la destinazione della serra fino a quando non fossero state modificate le norme che tutelano il parco regionale Spina Verde, all’interno del quale si trova Villa Eros.
La serra, che sicuramente avrebbe potuto trasformarsi in una casa da sogno, era stata acquistata nel dicembre 2007 fa dalla società immobiliare Seliga Spin Off (che si è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Arnaldo Giudici) per 520mila euro. Sei anni dopo è arrivata la sentenza che dà ragione agli acquirenti e condanna Margheritis a sei mesi di carcere, senza i benefici della condizionale visti i precedenti. L’architetto è stato anche condannato a restituire i 520mila euro alla parte civile, previa la restituzione della serra.
Assolto, invece, l’altro imputato del processo, l’ex socio di Margheritis nella società Villa Eros, il romano Natale Gilio (difeso dagli avvocati Giuseppe Sassi e Anna Viganò). Secondo il giudice Gilio non ha nulla a che vedere con le accuse.
L’altra condanna
Lo scorso giugno la vicenda Villa Eros era costata a Margheritis un’altra condanna (sempre in primo grado) a 10 mesi con l’accusa di falso. In quel caso il professionista era stato invece assolto dalla truffa.
Secondo il giudice di Como l’architetto avrebbe certificato falsamente la conclusione dei lavori nel cantiere di Villa Eros, con conseguente via libera alla vendita degli appartamenti agli acquirenti che hanno poi lamentato una serie di mancanze nei lavori sfociati nella denuncia e quindi nel processo. Su questa vicenda i legali di Margheritis - che si professa innocente - hanno già proposto appello.n P. Mor.
© RIPRODUZIONE RISERVATA