Le spese a tavola
per i politici regionali

Dal risotto con persico ad altri menu: la Procura di Milano chiede per tutti il processo. Quattro i comaschi coinvolti

Una richiesta di rinvio a giudizio che sembra la guida Michelin, quella della Procura di Milano per i consiglieri regionali di diverse, passate legislature tra i menu di cui sono state presentate le spese. In tutto, 64 indagati. e quattro i comaschi coinvolti.

Si tratta di Gianluca Rinaldin, 39 anni, residente a Faloppio, già consigliere di Forza Italia fresco di condanna definitiva in Cassazione a due anni e nove mesi per truffa ai danni della Regione; Giorgio Pozzi, marianese, 59 anni, lui pure ex assessore tra le fila degli azzurri; il leghista di Vercana Dario Bianchi, 55 anni, e Luca Gaffuri, 48 anni, tuttora consigliere al Pirellone tra le fila del Pd. Le contestazioni: Pozzi avrebbe speso indebitamente 5.855 euro, utilizzati tra il 2011 e il 2012, Rinaldin ne avrebbe spesi 81.357dal 2008 al 2012, Bianchi 19.409 tra il 2012 e il 2012, Gaffuri 10.360 dal 2008 al 2012.

Per loro si tratta soprattutto di ristoranti, più o meno noti. Pozzi, per esempio, amava pranzare - se è vero quel che è scritto nelle carte - al Baglioni di via Senato, a Milano, mentre i colleghi Bianchi e Rinaldin sceglievano più spesso il lago. Il recordman è proprio Rinaldin, evidentemente attratto da locali più esclusivi: Gatto Nero, Tarantola, Villa d’Este, Cube, ambientazioni di serate “di lavoro” o elettorali, tanti invitati, molti quattrini.

Tanto lago, “ca va sans dire”, anche per Bianchi, genuinamente più “rustico”, visto che apprezza il risotto con il persico di Ruffino, a Domaso, mentre sul conto di Gaffuri pesa qualche permanenza alberghiera, pagata per se e per altri colleghi.

E loro? Come si difendono? «Io ho presentato un’ulteriore memoria difensiva - dice proprio Gaffuri - Ma evidentemente la Procura ha ritenuto di dover procedere comunque. Vedremo. Mi piace ricordare che, in ogni caso, all’epoca ero capogruppo e che, come tale, gestivo la carta di credito del gruppo. L’80% delle spese, pertanto, non sono soltanto mie ma di tutti i colleghi del partito che sedevano in Regione». Così Bianchi: «Posso dire di essermi comportato in maniera coerente alle indicazioni che ci erano state fornite. Resto tranquillo, come da due anni a questa parte». Pozzi, all’estero per lavoro, dice di non avere ancora ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, quanto a Rinaldin, tace, nel senso che ieri non è stato possibile raggiungerlo.

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