Le tasse sulla benzina incidono per il 58%: ecco perché

Approfondimento Costo industriale, accise e Iva: ecco come si compone il prezzo di benzina e petrolio. In questo articolo vi spieghiamo come funziona la tassa dall’importo fisso che grava sul carburante e perché in Italia è così alta

Detto in una parola, un’accisa è una tassa. E fin a qui niente di strano o complesso. Nello specifico un’accisa è una tassa dall’importo fisso, che grava su ogni litro di carburante venduto e che va quindi a comporre il prezzo che viene poi presentato ai clienti nei distributori di benzina.

Il prezzo finale che vediamo esposto alla pompa infatti è composto da tre elementi: il prezzo industriale (con guadagno dell’azienda e costi di produzione e trasporto), l’accisa (che è appunto un’imposta) e infine un’altra imposta, l’Iva.

Le accise sul carburante in passato venivano introdotte per far fronte alle emergenze

Una tassa insomma, una tassa però che agli italiani costa molto più che ad altri cittadini europei perché di anno in anno le accise in Italia vengono aumentate. Alcune di queste tasse sul carburante erano state introdotte diversi decenni fa con scopi molto precisi stabiliti dai governi (fare cassa, fronteggiare emergenze naturali e non) che negli anni sono stati via via raggiunti ma le imposte in questione non sono mai state eliminate e anzi sono andate accumulandosi.

Di fatto, a partire dal 1995 le varie imposte volute dai governi italiani sono state unificate in un’unica accisa su carburante e gasolio e questa singola accisa non finanzia più il bilancio statale per specifiche attività, ma lo finanzia nel suo complesso.

Ma a quanto ammonta l’aliquota unitaria oggi? Stando ai dati più recenti, si parlerebbe di 0,7284 euro al litro di benzina, mentre per il gasolio 0,6174 al litro: rispettivamente il 40 e il 33% del prezzo finale presentato ai consumatori. E se invece si sommano le accise all’IVA, secondo un monitoraggio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, le tasse incidono complessivamente sul prezzo della benzina per il 58% e su quello del gasolio per il 51%.

Quanto costa la benzina in Europa?

In questo momento, sommando le tre componenti che determinano il prezzo finale di carburante e gasolio, l’Italia si classifica tra i primi paesi in Europa con il prezzo più alto sia di benzina che di gasolio. A rivelarlo è la stessa Commissione Europea nella sua ultima analisi pubblicata il 2 gennaio: il prezzo medio della benzina nel nostro Paese infatti ammonta a 1,83 euro al litro ed è uno dei più alti tra quelli europei, preceduto da Danimarca (1,94 euro al litro) e Grecia (1,85 euro al litro): questi prezzi però sono stati ampiamente superati dall’Italia a causa dei rincari degli ultimi giorni. Lo stesso si può dire del diesel che, sempre stando alle rilevazioni svolte dalla Commissione europea lo scorso 2 gennaio, si attesta al costo di 1,89 euro al litro: l’unico altro paese europeo più caro, a 2,15 euro, è la Svizzera.

Il prezzo così alto del carburante italiano dunque è dovuto anche alle accise che, secondo un rapporto della società energetica ACEA, sono le più alte in Europa per il gasolio e si collocano al secondo posto per la benzina, dietro i Paesi Bassi.

Perché è stato sospeso il taglio delle accise?

Il dibattito su questo tema è scattato all’inizio dell’anno nuovo perché il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di non riproporre lo sconto sulle accise introdotto dal governo Draghi all’inizio della guerra in Ucraina, il 22 marzo 2022. Meloni ha annunciato il cambio di rotta con un lungo video (15 minuti di spiegazione) lanciato sui suoi social, all’interno della rubrica “Gli appunti di Giorgia”.

Le affermazioni pronunciate all’interno del video da Giorgia Meloni sono state verificate da Pagella Politica: ecco un breve riassunto.

Vero: il taglio delle accise costa allo stato 7,3 miliardi

È innanzitutto vero quanto stimato da Meloni per ciò che riguarda il costo del taglio delle accise per lo Stato: 730 milioni di euro al mese, ovvero tra fine marzo e fine dicembre 2022 7,3 miliardi. Ed è vera anche l’altra ragione che Meloni ha portato a sostegno della sospensione del taglio sulle accise: «Tagliare le accise sulla benzina è una misura che aiuta tutti, indipendentemente dalla condizione economica che hanno». Mentre invece in una situazione economica come quella in cui versa il Paese, con l’inflazione sempre più galoppante, la scelta più strategica è quella di finanziare misure che vadano incontro alle fasce più povere della popolazione. Il taglio sulle accise inoltre, secondo quanto calcolato dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha favorito molto di più la popolazione ricca, che consuma quantità maggiori di carburante, rispetto a quella povera: «Sono le risorse distribuite attraverso la riduzione dei prezzi energetici quelle che affluiscono prevalentemente ai decili più elevati (ndr. le fasce più ricche della popolazione), che naturalmente consumano le maggiori quantità assolute di questi beni».

Che cosa non torna allora nel video della premier? Giorgia Meloni è stata accusata di aver promesso in campagna elettore un taglio sulle accise, promessa che ha prontamente smentito in questi giorni. Tuttavia nel programma elettorale presentato alle ultime elezioni politiche da Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, la proposta di taglio delle accise era chiaramente esplicitata nel capitolo dedicato all’energia.

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