Secondo me un po’ ci gioca. È più facile che la gente se la prenda con gli amministratori locali, piuttosto che aggredisca un ministro della Repubblica».
Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia, è stato il primo dirigente leghista a partecipare ad un faccia a faccia con la ministra delll’Integrazione Cecile Kyenge, lunedì sera alla Festa del Pd al parco del Bersagliere di Cantù. Il giudizio sulla persona è positivo, quello sulle idee un po’ meno.
Com’è di persona la ministra tanto “destata” dalla Lega?
È una persona con cui si può parlare, non è aggressiva e ascolta. Non cerca mai di sopraffare l’interlocutore e gli lascia spazio. Anche se parte un po’ da preconcetti nell’esporre le sue idee.
Lei direbbe lo stesso dei leghisti.
Ritengo di avere ben giustificato le mie argomentazioni, anche se bene o male ci siamo trovati su due posizioni opposte che non hanno trovato una conciliazione.
A partire dallo ius soli.
Esatto. Dove la ministra obiettivamente non è riuscita a fornire valide argomentazioni a sostegno delle sue idee. Lei ha argomentato dicendo essenzialmente due cose: primo che è assurdo che uno che nasce qui non diventi subito cittadino. Sostenendo che ai figli di immigrati mancherebbero dei diritti.
Cosa non vera, secondo lei?
I minorenni immigrati, anche se non cittadini, sono completamente tutelati, dal punto di vista legale come quello sanitario. E anche per l’istruzione. Insomma, in ogni campo. E c’è poi la possibilità di chiedere la cittadinanza per qualsiasi immigrato dopo dieci anni di residenza consecutiva. Insomma, è un finto problema.
La Kyenge ha contestato tuttavia che il ragazzo riesca a diventare cittadino entro i dieci anni.
Sì, ma sono problemi dellla burocrazia italiana. Al che non è giusto cambiare la legge, semmai la burocrazia.
E alla fine la ministra come ha contestato le sue posizioni?
Ha detto che la mancanza della cittadinanza farebbe diventare i bambini dei disadattati, cosa che direi eccessiva. Infine, è emerso che l’unico problema per i non cittadini è non poter giocare nelle squadre nazionali sportive. Al che lo ho fatto la battuta se per caso dovessimo introdurre lo ius soli solo per far giocare un anno prima Balotelli.
Tutti hanno ritenuto il vostro faccia a faccia all’insegna del fair play. Ma molti esponenti leghisti stanno facendo a gara per insultare la Kyenge.
Ritengo sia più facile contrastare le sue idee nel merito, che offenderla in modo duro. Durante il dibattito non mi sembra di avere trovare invalicabili le sue argomentazioni. Quando ritiene che l’immigrazion clandestina non esiste o che il burqa non vada tolto per legge, ma convincendo le donne a toglierselo, mi sembrano argomentazioni deboli. Tornando sullo ius soli, per quale motivo solo 30 Paesi su 194, in tutto il mondo lo applica? Perdipiù si tratta di Paesi nuovi, come Stati Uniti e Australia.
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