Lo scandalo della Polstrada
Il comandante si discolpa

Scandalo Polstrada, gli interrogatori degli indagati. Il vicecomandante non parla.

Como

I

l vicecomandante Gian Piero Pisani sceglie la via del silenzio. E davanti al giudice delle indagini preliminari si è avvalso della facoltà di non rispondere.

In cella con l’accusa di falso, abuso d’ufficio, peculato e calunnia ha scelto come strategia difensiva quella di non rispondere a caldo alle accuse che lo hanno portato al Bassone.Nonostante questo, però, i suoi legali hanno chiesto la concessione degli arresti domiciliari.

Ha invece scelto di parlare, in un’interrogatorio durato quasi tre quarti d’ora, Angela Napolitano, il dirigente medico della Questura indagata per calunnia e falso e per la quale la Procura ha chiesto la sospensione cautelare dal servizio. Ha respinto con forza soprattutto l’accusa di calunnia ai danni dell’automobilista contro l’auto del quale, nel novembre 2012, si è scontrato in bici il figlio della donna.

Per quanto riguarda il comandante Patrizio Compostella, accusato di avere avallato, con il resto dei coindagati, quel personalissimo sistema di “archiviazione” delle pratiche che, facendo sparire circa 1500 multe, finì per cagionare (conti della Procura) un danno erariale di circa 316mila euro, ha respinto tutti gli addebiti, dicendosi ben disposto a portare alla Procura carte e documenti che, a detta sua, consentirebbero di inquadrare la sua posizione sotto altra luce.

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