Lucini alza le tasse
e accusa Renzi

Il sindaco difende l’aumento record dell’Irpef: «Colpa dei tagli di Roma, solo così salviamo i servizi»

Como

Colpa del governo, che dà sempre meno soldi al Comune e gliene chiede sempre di più. Con annessa beffa: i cittadini pagano di più ma nelle casse dell’amministrazione comasca ci sono meno soldi. Il sindaco Mario Lucini ha giustificato così, ieri, l’aumento delle tasse appena deciso dalla giunta. Non prima di aver illustrato nel dettaglio cosa cambierà per i comaschi in materia di Imu, Tasi e addizionale Irpef.

«La progressività è comunque garantita perché il calcolo è in base al reddito - dice Lucini - Molte città lombarde applicano da anni valori ben più alti, Bergamo ha lo 0.6 già dal 2008, Cremona e Sondrio 0.8, Varese e Pavia 0.7». «Applicare l’esenzione fino a 15mila euro? Ci mancherebbero 500mila euro per far quadrare i conti». E a chi chiedeva di tagliare le spese: «Sulle spese correnti siamo scesi dai 90 milioni del 2011 agli 86 di 2012 e 2013, difficile fare di più. Anzi, quest’anno dovremo salire di 3 milioni: 2,2 servono per il sociale, il resto per la manutenzione ordinaria di edifici e strade».

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