Cronaca / Como città
Venerdì 12 Luglio 2013
Lucini: «Dateci la Casa del Fascio»
Il sindaco scrive al presidente del Consiglio Enrico Letta e al ministro della Cultura
«Il monumento razionalista va aperto al pubblico e potremmo trasformarlo in un centro studi»
Como
Una richiesta formale. La seconda dopo quella avanzata nel 1982 dall’allora sindaco Antonio Spallino e dopo gli studi per ricostruire l’iter della proprietà e dei successivi passaggi chiesti dall’ex sindaco Stefano Bruni.
Il sindaco Mario Lucini, con l’assessore alla Cultura Luigi Cavadini, ha inviato ieri una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta, al ministro dei Beni Culturali Massimo Bray e al ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni, di voler assegnare al Comune di Como la Casa del Fascio. La missiva - hanno fatto sapere da Palazzo Cernezzi - «ha lo scopo di mettere nero su bianco la volontà di restituire ai comaschi Palazzo Terragni, inserendolo a pieno titolo nel patrimonio culturale della città e facendone un centro di sviluppo per l’attrattività turistica internazionale».
L’assessore alla Cultura Cavadini dice: «Fortunatamente fino ad oggi il palazzo è stato gestito dalla Guardia di Finanza che ha provveduto a mantenerlo in ottimo stato di conservazione, riuscendo anche a contemperare alcune aperture al pubblico con l’attività istituzionale (in passato c’erano state polemiche pesantissime su questo punto e sul divieto imposto dalla Finanza, ndr)». E aggiunge: «Domani vorremmo che questo palazzo-simbolo potesse essere totalmente dedicato al razionalismo, a testimonianza del ruolo culturale primario giocato dalla città di Como».
Un’idea che aveva affascinato anche alcuni esponenti della precedente giunta Bruni, ma che poi si era scontrata con problemi economici, cruciali per mantenere una struttura di quel livello. Si erano mossi, nel 2002, anche i parlamentari Mario Alberto Taborelli ed Alessio Butti. Ora ci prova Lucini e bisognerà capire la risposta di Roma. n
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